Viaggio di conoscenza alchemica



Regno Unito: Cornovaglia

Abitazione di Jean Pascal Mondragon

Amanda scende dalla jeep che per tutto il viaggio da Londra fino alla Cornovaglia, è stata guidata da Denis, vedendo parcheggiare un po' più avanti, la camionetta militare guidata invece da David. La squadra di amici ha infatti dovuto partire per la Cornovaglia con due veicoli, per permettere di portare in quel nuovo viaggio anche l'extraterrestre Hebi, dato che stanno andando a cercare un alchimista, proprio per poter chiedere un aiuto a scoprire se possa esserci una via energetica alternativa con cui riuscire a far tornare Hebi nel suo mondo di appartenenza.

"Quindi sarebbe questa l'abitazione di un alchimista."

Commenta Amanda alzando lo sguardo e avvicinandosi ad una palazzina costituita da due piani con un paio di finestre collocate sia sul piano inferiore che quello superiore. Lo stile dell'edificio è rustico e, i colori dei mattoni che sono stati utilizzati nella sua costruzione, sfumano tra il marrone scuro e un caldo e solare arancione.

"Non lo so perché, ma mi sento inspiegabilmente emozionata di essere in questo posto, anche se la motivazione per la quale siamo giunti qui, è per cercare di aiutare l'abitante di un'altra dimensione, a fare ritorno nella sua."

Liara le si avvicina maggiormente dopo aver sentito la sua emozione.

"Sei sempre stata attratta dalla Cornovaglia, Amanda. Non mi sorprende la tua emozione."

"Spero solo che la mia attrazione per la Cornovaglia, questa volta non mi faccia incontrare nuovamente quella specie di sacerdotessa avvolta dalle nebbie."

Nel sentire quell'affermazione, è Shani ad intervenire nel discorso delle due donne.

"Hai ancora paura del tuo potere come antica sacerdotessa?"

La domanda di Shani turba Amanda su qualche livello o stato di coscienza.

"Vi siete proprio fissati con questa storia della sacerdotessa antica. E poi, anche se volessi recuperare un potere come antica sacerdotessa, che cosa ne dovrei fare? Per metterlo al servizio di che cosa o chi? E che cosa significa fare la sacerdotessa soprattutto ai giorni nostri? Posso capire che, in altre epoche erano necessari sia sacerdoti che sacerdotesse, ma oggi? Noi donne non avremmo nemmeno il potere di fare cerimoniali facendo le suore, visto che sono autorizzati a farli solo i preti maschi! Io non capirò mai come si sia arrivati a simili ruoli così ingiusti, tra autorità spirituale maschile e femminile."

Commenta Amanda sbuffando fastidiosamente, sentendo che una parte di lei sta entrando in ribellione.

"Per scoprire come mettere al servizio i propri doni che si sono sviluppati nei ruoli di sacerdotesse o sacerdoti antichi, prima è necessario ricordare che cosa un tempo si era abili a fare attraverso quei doni e per quali scopi."

Sono le parole della sciamana che, viene ascoltata con interesse anche da Denis. David invece resta appoggiato sportivamente ad un lato della camionetta a braccia incrociate, mentre Hebi è rimasto seduto sul sedile posteriore del veicolo militare.

"Allora speriamo di scoprirlo in futuro. Ora è meglio andare a vedere se sia possibile capire se, e come, poter mettere in comunicazione il nostro mondo con altri, attraverso portali energetici. Tutto questo, sperando che non faccia scoppiare a ridere perfino un esperto di terapie con elementi naturali."

Esclama Amanda avviandosi verso l'abitazione.

"Mi raccomando David! Non far avvicinare Hebi all'abitazione finché non torneremo. Sempre che in questa casa ci viva davvero questo Jean Pascal Mondragon."

Esclama la donna un momento prima di suonare il campanello dell'abitazione, venendo subito affiancata da Liara. Shani e Denis invece, restano a qualche metro più indietro di distanza, per evitare di invadere con troppa presenza, lo spazio di chi dovrebbe essere ormai un uomo anziano. Non devono aspettare molto prima di veder aprirsi la porta, sotto un fastidioso cigolante rumore. Subito dopo appare la sagoma di un anziano uomo dai lunghi capelli bianchi e, una modesta barba non esageratamente lunga. I suoi occhi sono di un azzurro intenso e, scrutano con curiosità e profondo stupore le due donne che trova davanti alla porta. Gli abiti dell'anziano sono costituiti da un pantalone di velluto rosso e una giacca simile ad un soprabito di un simile colore, anche se alternato con sfumature marroni.

"Ehm… buongiorno. E' per caso lei il signor Jean Pascal Mondragon, esperto di terapie eseguite con elementi naturali?"

Chiede una intimidita Amanda, anche se negli occhi di quell'anziano, avverte una particolare emozione e un carezzevole senso di familiarità.

"Mon Dieu. Oui, sono proprio io."

E' la risposta di conferma dell'anziano che, ha utilizzato alcune parole in lingua francese, avendo vissuto parte della sua vita in Svizzera, mentre il resto delle parole le pronuncia in inglese, essendo invece nato nel Regno Unito.

"Posso sapere a che cosa deve, un solitario anziano, nel ricevere la visita di due così splendide donne? Non mi sembra che stiate male, care fanciulle."

L'anziano si infila un paio di occhiali da vista, appesi e sorretti da una catenella che pende dal collo, per poter osservare ancora meglio le due arrivate.

"Decisamente non state male."

Conferma l'anziano come se avesse fatto alle due donne, una scansione non solo fisica, ma anche di qualcosa di oltre, anche se all'apparenza avrebbe potuto dare l'idea di essere un anziano in vena di adulazioni, soprattutto non ricevendo visite femminili da chissà quanto tempo.

"Ma se non state male, che cosa posso fare per voi? Vi siete perse? Scommetto che non siete della Cornovaglia."

Ipotizza l'anziano.

"Avremmo bisogno di parlarle di qualcosa di molto difficile anche da riuscire a spiegare, nella speranza di non essere derise. Non sappiamo nemmeno se lei possa essere la persona giusta, ma vorremmo provare a scoprirlo."

Gli risponde Amanda che insolitamente, ha preso l'iniziativa della parola al posto di Liara.

"Derise? Mon Dieu, e perché mai un povero vecchio anziano dovrebbe mettersi a deridere delle fanciulle così…Oh, vedo che però non siete sole."

Commenta l'anziano notando a qualche metro più indietro, sia Shani che Denis.

"In effetti non saremmo sole, ma non volevamo disturbarla con troppa presenza estranea."

E' Liara a rispondere all'anziano.

"C'è solo un modo per trasmutare qualcosa di estraneo. Renderlo familiare. E l'unico modo per renderlo familiare, è accoglierlo per conoscerlo. Non vi pare? Siete i benvenuti. Accomodatevi tutti, così avremo modo di parlare meglio insieme e verificare se quello che mi volete chiedere, sia così tanto comico. Prego, accomodatevi."

L'anziano utilizza fin da subito il particolare termine della trasmutazione che, colpisce in modo particolare Amanda. L'uomo si fa da parte facendo perfino un nobile mezzo inchino, facendo anche un cenno con la mano per sollecitare Shani e Denis ad avvicinarsi. I quattro amici entrano all'interno dell'abitazione, lasciando David all'esterno per vigilare e fare compagnia ad Hebi. Amanda si guarda intorno esplorando fin da subito l'abitazione in stile antico, dominata da lampade di forme stranissime e originali, oggetti che trasmettono alla donna, sensazioni magicamente emozionanti senza saperne il perché.

"Dove ha comprato quelle lampade? Sono meravigliose!"

Esclama subito Amanda restando a bocca aperta e, alzando anche lo sguardo verso le pareti sulle quali sono dipinte diverse stelle di un colore che sembra quasi incandescente, come un fuoco che filtra ardendo, illuminando dall'alto.

"E quelle stelle? Lei ha una casa magica!"

"Oh, mia cara. Quelle lampade le ho disegnate e create io stesso, non sono in vendita da nessuna parte. Ma se ti piacciono, posso regalartene una, o crearne una personalizzata proprio per te. Temo però che non riuscirei a crearla in tempo, prima che ve ne andiate."

Il gruppetto resta in totale ammirazione nell'osservare l'ambiente. Shani osserva tutto con sguardo particolarmente sereno, come se avesse già percepito che il tipo di energia emanata da quel luogo, come dallo stesso anziano, è davvero potente ed elevata. Ogni oggetto presente in quell'abitazione inoltre, emana qualcosa che sembra quasi essere vivo e parlante, nonostante si tratti di semplici oggetti materiali. Jean Pascal conduce il gruppo di amici in un soggiorno spazioso, facendoli accomodare su un divanetto collocato di fronte alla poltrona sulla quale lui va a sedersi, con movimenti lenti e al tempo stesso regali.

"Eccoci a noi, care. Dunque, di cos'è che volevate chiedermi?"

Chiede l'anziano perlustrando con i suoi azzurrissimi occhi i quattro amici e, soffermandosi in modo particolare su Amanda. E' proprio lei quindi a rispondere nuovamente all'uomo.

"Signor Jean Pascal Mondragon…Lei ha…"

"Oh, mia cara, chiamami semplicemente Jean Pascal, Pascal o semplicemente: Al."

L'interrompe l'anziano con voce quasi paterna.

"Ma ti prego, continua… Anzi, perdonami se ti ho interrotta."

Amanda gli sorride sentendo la timidezza attenuarsi sempre di più, grazie alla squisita gentilezza e accoglienza emanata dall'anziano.

"D'accordo, Jean Pascal. Volevo chiederle innanzitutto se lei crede all'esistenza di portali dimensionali."

Amanda va dritta al punto, anche per vedere la reazione dell'anziano. L'uomo sgrana i suoi chiari occhi, come se Amanda avesse pronunciato qualcosa di inaspettatamente meraviglioso.

"Mon Dieu. Non so come siate arrivati a me per parlare di portali dimensionali, conoscendo di me probabilmente solo le mie conoscenze sulle proprietà degli elementi naturali, ma qualcosa mi dice che avremo molto di cui parlare e che, potrebbe esserci davvero qualcosa di molto grosso che… bolle in pentola."

Un rumore di fuoco che arde, richiama proprio in quel momento l'attenzione dell'anziano.

"Oh, a proposito di qualcosa che bolle in pentola. Credo di aver dimenticato qualcosa sul fuoco, ma sono certo che il fratello fuoco abbia dato una mano alla mia povera memoria, rallentando l'energia della sua fiamma. Oh, non badate se ogni tanto parlo di cose strane."

Risponde l'anziano ridacchiando e alzandosi lentamente per recarsi nel cucinino poco distante. I quattro amici si guardano negli occhi stupefatti.

"Questo tizio sembra un po' svitato per certe affermazioni, ma credo che sia un pozzo di conoscenza."

Bisbiglia Denis alle tre donne, ricevendo anche un'affettuosa sberla sul braccio per mano di Amanda.

"Non è affatto uno svitato! Lo svitato sei tu, soprattutto quando ti metti ad alzare il tuo calice di vino verso l'alto in mezzo alla strada!"

Lo schernisce Amanda facendo sorridere anche Liara e Shani. Dopo pochi istanti, Jean Pascal fa ritorno nel soggiornino per servire agli ospiti quattro tazze fumanti, prendendone una anche per sé e tenendola tra le mani nonostante la temperatura ustionante, sotto lo sguardo stranito degli ospiti che, invece si vedono costretti a lasciar aspettare che la bevanda si raffreddi, appoggiandola sul tavolino davanti al divanetto sul quale sono seduti.

"Dicevamo? Oh, si, mi avevate chiesto se io credo nei portali dimensionali. Esistono e come mie care e mio caro, ma non solo. Si trovano ovunque. Voi stessi siete dei meravigliosi portali dimensionali anche se… inconsapevoli. Ma andiamo con ordine. Per quale motivo mi state chiedendo informazioni sui portali dimensionali?"

Chiede quindi l'anziano attendendo risposta da qualcuno degli amici, mentre va a sorseggiare la sua fumante bevanda socchiudendo gli occhi per assaporarne ancora meglio il sapore e l'odore.

"So che quello che stiamo per dirle le sembrerà qualcosa di surreale e degno per farne una trama di film in stile fantascienza, ma mentre stavamo facendo un viaggio in Israele, abbiamo trovato l'abitante di un altro mondo, intrappolato in un sotterraneo dopo essere stato catapultato lì da un'abbagliante fonte di luce. Abbiamo pensato che si trattasse di un portale dimensionale, ma non siamo riusciti a trovare nessuna luce che potesse farlo tornare nel suo mondo, e ora non sappiamo cosa farne di lui."

Spiega Amanda provocando nell'uomo un tale stupore, da mettersi a tossire ripetute volte, finendo per macchiarsi i pantaloni.

"Mon Dieu!"

Esclama l'anziano dopo aver recuperato il respiro tornando in perfetto equilibrio di sé, ma sgranando i suoi occhi verso i giovani.

"State parlando sul serio? Mon Dieu, questa si che è una giornata epica! Dovete raccontarmi ogni cosa!"

Esclama l'uomo che, al contrario di quello che aveva pensato la compagnia di amici, invece che ridere della cosa, ne sembra vistosamente interessato, dando perfino un epico valore alla giornata per tale notizia. 

"Raccontatemi subito!"

Esclama quindi con una certa impazienza...


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