Scomodi poteri o preziosi doni



Regno Unito, Inghilterra, Londra

Amanda è seduta alla scrivania della sua cameretta e sta eseguendo i compiti scolastici, quando la mano che sta scrivendo sul quaderno, improvvisamente si ferma e, lo sguardo della bambina si fissa in un punto indefinito del vuoto. Sophie che, proprio in quel momento sta sistemando della biancheria pulita in uno dei cassetti della figlia, nota la strana espressione di Amanda, e subito interrompe di piegare un paio di calzini.

"Amanda, che succede? Sei in difficoltà con qualche esercizio?"

Le chiede senza però ricevere risposta.

"Amanda?"

La bimba ruota il viso lentamente verso la madre.

"Ho visto una cosa."

"Ti sei distratta dal compito per guardare qualcosa?"

Le chiede la madre riprendendo a sistemare la biancheria nel cassetto.

"Ho visto zio George camminare nella strada qui vicina e scivolare per terra."

Sophie si ferma nuovamente dal riordinare la biancheria tornando a guardare la figlia.

"Tesoro, oggi zio George lavora tutto il pomeriggio. Forse hai ricordato un sogno che potresti aver fatto. Ma era solo un sogno, e i sogni sono solo fantasie non reali. Su, ora riprendi i tuoi esercizi."

Amanda stringe la penna in una mano, come se il non essere considerata credibile o troppo presa sul serio, le stesse creando un conflitto soprattutto con Sophie, che é la madre. E' durante l'ora di cena che, mentre la famiglia è riunita a tavola, improvvisamente arriva una telefonata da un parente di Sophie, che informa la donna di una caduta avvenuta in quello stesso pomeriggio, proprio da George, il fratello di Sophie.

"Cosa?? George è scivolato? E come sta ora? Dove si trova?"

Nel sentire quelle inziali parole dalla madre al telefono, Amanda alza il viso verso Sophie che, dopo aver parlato a telefono ancora qualche minuto, torna a sedersi a tavola, fissando Amanda in modo strano e cupo.

"Zio George è scivolato in una strada qui vicino questo pomeriggio tardo. Non si è rotto nulla, ma deve stare a riposo per qualche giorno. Come facevi a sapere che sarebbe scivolato?"

Mitch guarda con occhi interrogativi sia la moglie che la figlia.

"Amanda non poteva sapere che George sarebbe scivolato, perché le dici questo?"

Interviene il marito in difesa della figlia.

"Te l'ho detto che l'avevo visto, ma come al solito non vengo creduta!"

Protesta Amanda sotto lo sguardo allarmato di Sophie che, subito dopo racconta anche al marito l'accaduto, portando anche Mitch a soffermare il suo sguardo sulla figlia.

"Amanda...è la prima volta che ti capita una simile cosa?"

Le chiede il padre preoccupato.

"Mi accadono in continuazione."

"Forse dovremmo portarla a farla visitare da qualcuno."

Nel sentire la proposta che Sophie pone a Mitch, la reazione di Amanda questa volta trasmette più collera delle precedenti occasioni in cui era stata ripresa negativamente per qualcosa.

"Visitare da qualcuno? Un dottore? Io non sono malata! Sto benissimo! Siete voi che non credete a quello che vedo o dico!"

Amanda lancia via la forchetta per terra per poi scivolare giù dalla sedia e fuggire nella sua cameretta, lasciando preoccupati e perplessi entrambi i genitori.

"Non si deve permettere di simili reazioni! Ora vado da lei e..."

Inizia a dire Sophie alzandosi, ma Mitch ferma la moglie per un braccio, invitando la donna a sedersi.

"Lascia che le parli io."

Mitch si alza per andare ad occuparsene lui, dato che era già venuto a conoscenza di alcuni fenomeni strani che avevano interessato la figlia, soprattutto da quando l'aveva vista coinvolta a parlare con pietre, alberi e animali in un parco vicino la scuola elementare. Avendo preferito però non riferire nulla alla moglie per non farla preoccupare, Mitch preferisce essere lui a voler parlare da solo con Amanda su quanto successo.

"Mi racconti che cos'è che vedi esattamente? Hai detto che ti capita in continuazione."

Le chiede il padre una volta che si siede accanto ad un' Amanda rannicchiata in posizione fetale su una coperta verde che avvolge il materasso del letto.

"Tu non mi credi. Nessuno mi crede."

"E se volessi crederti?"

Le chiede il padre, mentre vede le lacrime di Amanda scendere sul suo minuto visino.

"Non mi prenderai in giro come i miei amichetti?"

"Hai raccontato a qualcun altro che ti capitano queste cose?"

"Si. Credevo fossero delle cose belle, ma mi hanno solo presa in giro. Non racconterò più niente a nessuno!"

"Io ti credo Amanda. Ma ho bisogno di sapere esattamente che cosa ti succede quando ti arrivano le informazioni di questi tipi di eventi che poi accadono realmente."

"Non lo so che cosa mi succede. Ma improvvisamente mi arrivano delle immagini che mi fanno vedere delle piccole scene che poi accadono dopo qualche ora o il giorno dopo. A te e la mamma non accade mai?"

Mitch scuote la testa.

"Papà! Promettimi che non mi mandate da nessun dottore!"

"La mamma si preoccupa. Si sentirebbe più tranquilla se..."

"No! Almeno tu, aiutami! Non dirò più quando mi arriveranno quelle immagini, tu però convinci la mamma a non portarmi da nessun dottore."

Mitch prende una manina della figlia e gliela stringe con calore.

"Non devi nascondere se ti arrivano altre di queste immagini, ma ti prometto che cercherò di convincere la mamma a non portarti da nessun medico."

Amanda si tranquillizza e asciugandosi una lacrima con una mano, si solleva dal letto e abbraccia il padre.


Qualche anno dopo...

"Strega! Sei una strega!"

La voce di una delle amichette di Amanda echeggia in tutto il parco, additando Amanda come se fosse stata veramente chissà quale cattiva figura femminile di qualche favola o storia.

"L'ho letto in un libro! Esistevano delle donne che dicevano delle cose che poi si avveravano! Sei stata tu a dire che Nancy avrebbe attraversato la strada senza guardare, e l'hai fatto avverare! Per poco Nancy non veniva investita!"

"Non l'ho fatto avverare io! Vedo le cose in anticipo che stanno per succedere, ma non posso essere stata io! Quante volte te lo devo dire!"

"Sei una bugiarda, tu sei una strega, e lo dimostrano anche i tuoi capelli con quei due colori!"

Le parole della bambina pietrificano Amanda che poi vede correre via l'amichetta. Quello stesso giorno, i genitori dell'amica avrebbero invitato Sophie e Mitch a non portare più Amanda a casa loro.

"Ti avevo raccomandato di non dire nulla a nessuno di queste cose."

Le dice il padre nel vedere Amanda nuovamente in lacrime.

"Perché hanno paura di me? Io non sono cattiva! Non voglio che accadano le cose che vedo! Perché vedo queste cose, se poi devono credere che sia una strega o che sia io a farle accadere?! Portatemi da un dottore, forse la mamma ha ragione, ho qualcosa che non va."

"La mamma non ha detto che hai qualcosa che non va."

"Si invece, altrimenti non avrebbe detto di volermi portare da un dottore!"

Mitch si siede accanto alla figlia.

"Ora ascoltami bene Amanda. Tu sei perfetta così come sei. E non hai niente che non va, semmai hai tante capacità diverse. Le streghe non erano delle donne cattive, lo sai? Ti racconterò la loro storia, e poi giudicherai tu se erano davvero così cattive."

"Davvero mi racconterai la storia delle streghe?"

"Solo se mi prometti che non andrai più a raccontare agli altri, quello che vedi."

Amanda china il visetto, capendo che per evitare di restare da sola e di non essere emarginata, avrebbe dovuto nascondere alcune delle sue capacità extrasensoriali. Ma sarebbe stato giusto? Quanto avrebbe influito sulla sua crescita il non poter essere liberamente se stessa, per evitare di essere additata come una specie di strega cattiva? Con il tempo, Amanda avrebbe iniziato a cercare un modo per trovare qualche libro utile per documentarsi meglio sulla vita delle streghe, ma dopo aver letto dell'infelice fine a cui erano state condannate, anche solo per aver guarito delle persone con qualche erba, avrebbe iniziato a nascondere a chiunque i suoi aspetti considerati "non normali", lasciando credere perfino al padre di non vivere più simili fenomeni. Questo per evitare che l'uomo corresse il rischio di continuare a litigare con Sophie, avendo sentito spesso i genitori discutere fra di loro, a causa di diverse e opposte opinioni, su come gestire le capacità extrasensoriali della figlia. Un giorno però, all'età di undici anni, Amanda avrebbe dato inizio ad un nuovo ciclo, dopo essere entrata in una biblioteca ad insaputa dei genitori, e dove avrebbe trovato un libro che l'avrebbe aperta alla conoscenza di un importante nuovo mondo da voler vivere, e che l'avrebbe portata anche a voler smettere di nascondersi per ciò che era, e per quello che l'attraeva e le piaceva fare di così diverso, rispetto agli altri ragazzini o bambini della sua età.

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