Chiamata da Avalon



Regno Unito, Inghilterra, Londra

E' passato qualche anno da quando Amanda ha terminato la scuola primaria iniziando quella secondaria e, la ragazzina ha ormai compiuto già da qualche mese i suoi undici anni di vita, durante i quali non è riuscita a studiare con molta facilità, a causa dello scarso interesse verso la maggior parte delle tradizionali materie scolastiche, eccetto la storia e la geografia. Gli unici argomenti che l'avevano stimolata e realmente interessata infatti, erano stati quelli proiettati verso la conoscenza delle storie e delle tradizioni di altre popolazioni o civiltà mondiali.

Un pomeriggio però, stanca di dover trascorrere la sua giornata con il solito noioso copione di studio quotidiano, la ragazzina sente il forte desiderio di dover uscire. Per poter assecondare quella nuova particolare azione però, Amanda si sente "costretta" a dover motivare l'uscita ai suoi genitori, comunicando di aver bisogno di prendere un po' d'aria nel giardinetto vicino casa, l'unico luogo che la madre e il padre, le avrebbero concesso il permesso di poter raggiungere da sola.

" Possibile che si possa essere felici continuando a fare sempre le stesse e noiose cose di ogni giorno?"

Si chiede Amanda mentre cammina lungo il marciapiede, pensando alle monotone e classiche attività che, ha visto fare sia dalla madre che dal padre, come il dover andare a lavorare, fare da mangiare, lavare, ordinare la casa e, tutto ciò che viene considerato come modello di routine di vita non modificabile, quasi come se fosse una sorta di grande schema collettivamente accettato e illusoriamente amato, a cui tutti sembrano essersi ormai abituati di generazione in generazione. Nonostante si tratti di un frequente schema di vita, portatore di noia o stress emotivo, le abituali dinamiche e attività che lo alimentano, sembrano infatti essere considerate come "quel qualcosa" che bisogna continuare a fare, a causa della limitante credenza collettiva: così è la vita.

Amanda però, nonostante abbia solo undici anni, non riesce a pensare che la vita sia qualcosa di così restrittivo e noioso, ma che deva esistere per forza qualcosa di diverso da fare, per poter rendere la vita ancora più bella, stimolante ed entusiasmante. Dopo aver raggiunto il giardinetto, la ragazzina si va a sedere su una cigolante altalena, l'unico gioco che, nonostante il suo ripetuto movimento oscillante che la fa salire dalla terra verso l'alto e viceversa, le riesce a trasmettere la sensazione di vivere un frammento di libertà, restando semplicemente seduta su un semplicissimo seggiolino di legno. Quella sensazione però, le piace a tal punto che, più volte si é lasciata andare chiudendo gli occhi, immaginando di spostarsi e volare in chissà quali mondi invisibili, senza nemmeno faticare di dover cercare immagini di scenari in cui poter fantasticare di raggiungere. Per lei infatti immagini surreali, le arrivano con naturale facilità, come se ad ogni oscillazione dell'altalena, Amanda possa cadere in una specie di trance meditativo. Ad un certo punto di quel pomeriggio, subito dopo essere scesa dall'altalena, Amanda abbassa lo sguardo sull'erba scorgendo un foglietto pubblicitario che invita a visitare il museo di una zona di Londra che si trova più distante rispetto a quella in cui lei vive. Il depliant inoltre, riporta perfino le indicazioni dei mezzi pubblici da poter prendere per poterci arrivare. Stanca delle solite giornate vissute tra scuola, casa e giardinetto e, consapevole che sarebbe stata fermata, se i genitori avessero scoperto la sua intenzione di volersi recare nel luogo pubblicizzato dal volantino raccolto, quel pomeriggio Amanda sceglie di uscire dal suo solito e limitato mondo e, facendosi coraggio riesce a prendere il corretto mezzo pubblico, per poter raggiungere la zona che ha attirato la sua curiosità attraverso quella semplice ma preziosa locandina pubblicitaria.

"E ora dove sono finita?"

Si chiede ad alta voce guardandosi intorno, non appena scende dall'autobus, andando immediatamente alla ricerca della strada per poter raggiungere il museo visto nell'illustrazione del volantino. E' solo dopo aver chiesto qualche informazione a qualche passante che, Amanda riesce ad individuare la corretta strada da percorrere a piedi per poter raggiungere il luogo. Mentre sta dirigendosi verso l'edificio conosciuto a livello mondiale con il nome di British Museum e che, sembrerebbe essere considerato perfino come uno dei musei più antichi mondiali, qualcos'altro attira nuovamente l'attenzione di Amanda. Si tratta di una cornacchia che è atterrata a pochi metri da lei e che, sembra fissarla con dei penetranti occhi bianco-azzurrini.

"Ehi, ciao."

Attratta da quella creatura, Amanda prova ad avvicinarsi lentamente al volatile. La cornacchia resta immobile fino a quando la manina della ragazzina, riesce ad accarezzare la testa della creatura, facendo meravigliare la stessa Amanda di quell'inconsueto comportamento da parte di quel tipo di volatile che incredibilmente non è fuggito.

"Ma allora non sei cattiva come tante persone credono! Quanto vorrei poterti portare a casa!"

Amanda inizia a parlare con la cornacchia che, dopo qualche attimo apre le ali per svolazzare verso l'insegna di un edificio. Tale repentino spostamento del volatile, richiama maggiormente l'attenzione di Amanda che, si lascia guidare da istintivi passi che sembrano essere mossi da una misteriosa forza, capace di condurla verso l'ingresso di quella che sembrerebbe essere un'antica biblioteca. All'interno di una vetrina visibile dall'esterno dell'edificio, Amanda scorge una serie di libri riportanti delle immagini che attirano particolarmente l'attenzione della ragazzina. Senza nemmeno accorgersene, Amanda finisce con l'entrare nella biblioteca, iniziando a guardarsi intorno un po' spaesata, notando la presenza di alcune persone che stanno sfogliando alcuni libri, precedentemente collocati su scaffali di rustico legno. Un anziano uomo seduto dietro un tavolo ricoperto di cianfrusaglie di ogni tipo, nel notare Amanda, si sfila gli occhialetti muniti di catenella dorata e che, fino ad un istante prima, erano appoggiati sulla punta del suo naso. L'uomo poi comincia a parlarle con tono gentile, paragonabile a quello di un affettuoso nonno.

"Buongiorno principessa. Stai cercando i tuoi genitori?"

Le chiede l'anziano, dando per scontato che una ragazzina della sua età, non possa essere finita in quel posto da sola.

"Posso entrare, signore?"

"Oh, ma certo principessa. Stai cercando qualche libro in particolare? Posso darti un aiuto se hai bisogno."

"Posso cercare da sola qualche libro?"

"Ma certo principessa. Ricorda soltanto che qui però, i libri né si comprano, né possono essere portati via."

"Va bene. Ne sfoglierò qualcuno."

L'anziano le sorride posizionando gli occhiali fin sopra il naso, mentre Amanda inizia a camminare guardandosi intorno e, sempre più affascinata dagli innumerevoli libri disposti su tanti scaffali. L'ambiente è stato arredato in tale modo, da far sembrare quel luogo, quasi magico, anche solo per l'effetto di vedere vicini, così tanti libri di ogni tipo. Sempre più affascinata, Amanda inizia a girovagare senza una meta, prendendo a caso da alcuni scaffali, diverse tipologie di libri, dando ad ognuno di essi giusto qualche sfogliata per poi riporre ciascuno al proprio posto. Ad un certo punto però, Amanda nota una scaletta di legno collocata verso una parte più lontana di quella sala e che, sembra portare ad un piano superiore. La ragazzina si guarda intorno con l'intenzione di chiedere all'anziano che precedentemente l'ha accolta, il permesso di poter salire sulla scala, ma dopo qualche istante cambia idea, decidendo di fare di testa sua, senza dover chiedere nessun tipo di permesso. Dopo essere salita con cautela sulla scala di legno, la ragazzina raggiunge il piano superiore, caratterizzato dalla presenza di una stanza semibuia, illuminata solo da alcune lampade collocate su un paio di pareti.

"Questo posto è davvero affascinante!"

Amanda nota una poltrona di velluto verde che è stata posizionata vicino ad un tavolinetto di legno, sul quale è stata collocata una lampada di stile antico. L'effetto che ne scaturisce, rende quell'angolo lettura particolarmente confortevole, rilassante ed invitante. Quello che però ad Amanda manca, è proprio un libro che lei possa leggere accomodata su quella poltrona, ma che non é ancora riuscita a trovare. Cos'avrebbe potuto scegliere di leggere, trovandosi circondata da una così vasta quantità di libri? Proprio quando Amanda si sente nella grossa difficoltà di non saper proprio da dove iniziare a cercare, improvvisamente uno strano rumore attira la sua attenzione e, in un angolo della stanza, su un altro piccolo e tondo tavolino di legno, scorge un maestoso gufo mimetizzato con l'ambiente. Amanda riesce a vederlo, solo grazie agli occhi giallo-arancioni della creatura che spiccano talmente penetranti, da far quasi immobilizzare la ragazzina dall'emozione.

"Oh cavolo! E tu chi sei?"

Amanda osserva il volatile, notando che una zampa del rapace è legata ad una sottile catenella dorata, ancorata ad un appiglio collocato sul tavolino.

"Ti hanno legato qui?"

Gli chiede con espressione amareggiata avvicinandosi all'animale, non rendendosi ancora conto che, fin da piccola, erano sempre stati i volatili, gli animali in cui si era imbattuta con estrema facilità e, con cui aveva iniziato maggiormente a dialogare.

"Sei proprio bellissimo! Ma chissà che noia a startene qui da solo. Spero non ti tengano qui tutto il giorno e soprattutto al buio!"

Amanda ancora non sa che, quel tipo di creatura, è invece tipica proprio degli ambienti più notturni e bui. Il gufo la guarda con intensità attraverso i suoi occhi giallo-arancioni, per poi emettere un caratteristico verso che affascina Amanda, come se con tale suono, quella creatura le avesse voluto comunicare qualcosa. La ragazzina lo guarda incantata.

"Sei stupendo. Vuoi dirmi qualche cosa? Posso accarezzarti?"

Amanda allunga una mano verso il gufo che, segue il movimento della mano della ragazzina attraverso i suoi potenti occhi scrutatori, continuando però a restare immobile con il resto del corpo. L'animale resta fermo facendosi accarezzare dalla manina di Amanda che, si sente attraversare da un'emozione talmente grande, da farle quasi perdere la cognizione del tempo negli istanti in cui accarezza il piumaggio della creatura. Dopo qualche minuto, Amanda si allontana dal rapace, proseguendo il giro tra gli scaffali presenti in quella stanza, fino a quando viene attratta dall'immagine disegnata sul dorso di un libro. Il simbolo che l'ha attratta è costituito da due dorati cerchi intersecati che "chiamano" all'azione Amanda, invitandola sottilmente ad allungare una mano per prendere quel volume. La ragazzina prende il libro girandolo verso di lei con entrambe le mani per poter vedere la copertina e osservandola con interesse, riconoscendo il simbolo visto poco prima sul dorso del libro. Sulla copertina però, il disegno del libro è di maggior dimensione con maggiori dettagli e, in cima ad esso, nota un brevissimo testo riportante una scritta in stile antico: Avalon.

"Avalon. Che nome affascinante, ma non so cosa sia. Tu lo sai, signor gufo? Chissà se hai anche un nome."

Amanda sorride girandosi verso il volatile, parlando giocosamente con l'animale, come se per lei il trovarsi in quel posto e parlare con un gufo, sia del tutto naturale.

"Che dici? Provo a sfogliare questo?"

Il gufo apre le ali facendo sorprendere Amanda che vede la creatura girarsi, dandole le spalle e indirizzando il suo intenso sguardo giallo-arancione verso la poltrona.

"Se è un tuo modo per dirmi di andare su quella poltrona, lo prendo come un si! E se è così, tu sei davvero qualcosa di magico! Non vedo l'ora di raccontarlo a..."

L'entusiasmo di Amanda si eclissa in un attimo, chinando il visetto sulla copertina del libro con espressione meno entusiasta.

"No, non posso raccontarlo a nessuno. Non mi crederebbero."

Amanda finisce così la frase, poi va a sedersi comodamente sulla verde poltrona.

"Vediamo un po' di che cosa parla questo libro. Il nome mi piace! Spero solo che non sia noioso, come tutti quei libri di scuola che sto leggendo da anni!"

Amanda si mette ancora più comoda spallandosi sulla poltrona, sotto lo sguardo guardiano del gufo che, a sua volta si mette più appollaiato, come se volesse accompagnare Amanda nella lettura che la ragazzina sta per iniziare a fare. Dopo qualche istante, Amanda apre la prima pagina del libro, consapevole che sarebbe rimasta in quel luogo per diverse ore.

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