Negli abissi di antiche memorie da riportare in superficie



Sud America, Perù: Lago Titicaca

Amanda prende posto su una delle imbarcazioni messe a disposizione dalla guida locale del territorio peruviano che, avrebbe accompagnato i gruppi universitari delle facoltà di archeologia e antropologia di Londra, a percorrere un tratto del lago Titicaca per poter raggiungere in terra boliviana, un altro luogo storico, oggetto di studio. Essendo riuscita a salire a bordo della stessa imbarcazione sulla quale avrebbe navigato il gruppo di Liara, la scaltra Amanda riesce anche ad ottenere di potersi sedere accanto all'amica.

"Eccoti! Stai meglio?"

Le chiede subito Liara, per accertarsi dello stato dell'amica, messo in subbuglio dopo il turbolento evento dell'incontro ravvicinato che ha avuto con il serpente a sonagli, presso una delle sponde del lago, circa una mezz'ora prima.

"Non è da tutti i giorni imbattersi in serpenti a sonagli, ma tutto sommato sto abbastanza bene. Non ti ho ancora ringraziata abbastanza. Probabilmente se non fossi arrivata tu, avrei fatto qualche movimento sbagliato facendomi mordere da quel rettile."

Le risponde Amanda, rinnovandole la sua gratitudine.

"Se non fossi arrivata io, sono certa che saresti riuscita a mantenere la calma diversamente e, anche ad uscire lo stesso da quella situazione, senza nemmeno un graffio."

"Dai sempre così tanta fiducia nelle capacità delle altre persone? Spiegami come mai e come fai, perchè io non ne sono minimamente capace."

"Ho sempre pensato che siano proprio le situazioni più adrenaliniche o difficili, a permettere di far saltare fuori, le abilità nascoste dentro ognuno. Se lo è stato per me, perchè non dovrebbe essere così anche per gli altri? Non sono mica una supereroina e di chissà quali epici poteri! Se poi un giorno scoprirò di averne, sarai la prima a saperlo."

Le risponde Liara lasciandosi andare ad una fresca risata che, porta Amanda a sorridere con più leggerezza. Subito dopo, le due compagne universitarie iniziano ad osservare la suggestiva distesa del lago che l'imbarcazione comincia a percorrere.

"Stiamo davvero navigando il lago Titicaca? Stento ancora a crederci."

Commenta Amanda restando a contemplare la distesa dell'acqua del lago insieme a Liara.

"A quanto pare si, ed è davvero fantastico! Questo lago é talmente vasto da sembrare un mare!"

Concorda Liara con grande entusiasmo. Nonostante le due ragazze, abbiano già potuto apprendere molte informazioni riguardo la storia delle terre mondiali, le due studentesse però ignorano che, da un punto di vista energetico spirituale, tutte le zone che stanno esplorando intorno al lago Titicaca, come il Perù e la Bolivia, comprenderebbero ciò che è stata considerata come l'area costituente il secondo centro energetico, chiamato anche secondo chakra, o chakra sacrale della terra. Si tratterebbe del centro energetico che risiederebbe anche nel corpo fisico di qualunque essere vivente sul pianeta terra. Le due studentesse, non hanno però ancora raggiunto un livello di conoscenza o di consapevolezza energetica sufficiente, da permettere ad entrambe, di riconoscersi come delle esploratrici dell'importante sacro centro sessuale, dell'introspettivo inconscio riguardante le più profonde emozioni e, di tutto quello collegato all'elemento acqua. Le due ragazze inoltre, non sono ancora riuscite a cogliere e consapevolizzare, l'importante collegamento dell'incontro che hanno avuto poco prima con un serpente, creatura-simbolo della potente divina energia vitale chiamata Kundalini, rappresentata e riconosciuta da molti movimenti spirituali, proprio come l'aspetto di un serpente. Questo perché il particolare "disegno" a spirale con cui si manifesterebbe il movimento dell'energia sottile, ricorderebbe proprio il movimento di un serpente. Le giovani inoltre, non hanno ancora scoperto che, in molti miti sudamericani, sia presente la mistica figura del Serpente Piumato, considerata come un'importante divinità da alcune civiltà, come per esempio quella del popolo degli Aztechi e dei Maya.

"Tu ci credi alla storia raccontata dall'insegnante, riguardante questo lago?"

Chiede improvvisamente Amanda all'amica, mentre continua ad osservare l'acqua del lago.

"Ti riferisci al dio Viracocha, considerato come il creatore del mondo che risiederebbe in questo lago, vero? Secondo la leggenda, questa divinità sarebbe giunta in tempi remoti da oriente per civilizzare un'umanità primitiva, avendola creata dopo il sole, la luna, le stelle e tutto ciò che vediamo esistente su questo pianeta."

Le spiega Liara, dando un'informazione in più ad Amanda.

"Oriente? Questo dettaglio l'insegnante non l'aveva specificato. Tu come lo sai?"

"Mi è venuto in mente ora, ma devo averlo letto da qualche parte. Chissà perché, ma sembra che tutte le più grandi leggende e miti, abbiano come protagoniste divinità provenienti da oriente. Personalmente non ci vedo nulla di nuovo in questa leggenda collegata a Viracocha. Cambiano i nomi, ma i concetti restano simili a molte civiltà."

Spiega Liara comunicando ad Amanda la sua visione a riguardo.

"E' la stessa cosa che penso anch' io!"

Esclama la bionda Amanda, condividendo la visione dell'amica.

"Anche il pantheon egizio aveva le sue divinità responsabili della creazione del mondo, alcune delle quali avrebbero civilizzato l'umanità. A quale sommo dio quindi, bisognerebbe dare il merito dell'intera creazione? In ogni pantheon e civiltà c'è un creatore, e tutti avrebbero creato le stesse cose, anche se attraverso simili, o perfino diverse modalità."

Commenta Liara sedendosi un po' più comodamente.

"L'Egitto, eh? Non conosco molto della civiltà egizia, o forse dovrei dire: non ancora. Il mio sogno è conoscere quante più civiltà mondiali possibili."

Liara fa un profondo respiro alzando il viso verso il cielo, restando diversi istanti con gli occhi chiusi per non abbagliarsi, nel voler mantenere il viso rivolto verso i caldi e luminosi raggi solari.

"A me invece ha sempre affascinato l'Egitto. Non a caso, mi sono messa in testa che un giorno riuscirò a mettere piede in quella terra."

Afferma Liara con rinnovata decisione.

"E che cosa ti piacerebbe visitare di quella terra?"

Liara distoglie il viso dal sole per riabbassarlo e portare lo sguardo verso Amanda.

"La Grande Piramide, la Sfinge! Le tombe dei re!"

Esclama quindi con euforia.

"Tombe? Non hai paura di visitare delle tombe? Lo ammetto. Se andremo insieme in Egitto, sarai tu a fare strada! E non è nemmeno detto che entrerò dentro una tomba, a costo di doverti aspettare fuori per ore, sotto il sole del deserto!"

"Fifona!"

Liara prende un po' in giro Amanda mettendosi a ridere, ma improvvisamente si distrae nel veder saltare fuori dall'acqua qualcosa che poi nuovamente si immerge.

"Che cos'era?!"

Amanda si gira verso il punto in cui Liara si è improvvisamente girata.

"Che cos'era, cosa? Io non vedo nulla."

Liara allunga un braccio indicando un punto del lago in cui ora sono visibili una serie di cerchi concentrici che si muovono a spirale, come se qualcosa fosse finito sotto l'acqua dando origine ad un movimento ad onda che poi si trasforma a spirale, sopra la superficie visibile del lago.

"Hai ragione. Qualcosa ha fatto muovere l'acqua. Sarà stato un pesce."

E' la prima supposizione di Amanda.

"Facendo muovere l'acqua in un perfetto disegno a spirale?"

E' la domanda di Liara che, esprime immediatamente scetticismo mentre si sporge sul bordo dell'imbarcazione per cercare di vedere meglio quel punto dell'acqua, senza però riuscire a scorgere nulla. Questo anche a causa dell'allontanamento progressivo da quella zona, dato che la navigazione sul lago sta proseguendo. Liara però sembra essere rimasta con lo sguardo fisso all'immagine ormai lontana di quella spirale, come se l'avesse ipnotizzata in un vortice di sensazioni.

"Beh, anche quando lanci un sasso è facile che l'acqua si muova in cerchi."

Le risponde Amanda vedendo Liara assorta in qualcosa.

"Liara? Ci sei?"

Liara continua a restare con lo sguardo fisso sull'acqua, come se fosse stata risucchiata in chissà quale dimensione mentale o sensoriale, tanto che Amanda le stringe la parte alta di un braccio con una mano, per spronarla ad uscire da quel momento di alienamento.

"Finalmente! Iniziavo a preoccuparmi. Sembrava quasi di averti persa."

Ridacchia Amanda. Diversa però è l'espressione di Liara che, riprende a parlare con un tono particolarmente serio.

"Ti capita mai di avere una struggente sensazione di malinconia, come se avessi perso qualcosa che ti appartiene senza nemmeno sapere di cosa si tratti?"

Le chiede quindi, Liara.

"Ohi, ohi...e ora da dove viene questa struggente malinconica riflessione, dalla coraggiosa e intrepida Liara Parker? Mi sembra di sentire me quando..."

Amanda si interrompe per dare ascolto a Liara.

"Il fondale di questo lago mi ha..."

Liara porta una mano all'altezza del cuore, chiudendo le dita formando un pugno, come se simbolicamente volesse raccogliere qualcosa di realmente perso, sotto degli abissi acquatici per poterlo riportare a lei e, dentro di lei.

"Liara? Mi stai facendo preoccupare. Cosa ti ha fatto il fondale di questo lago? E poi non sei nemmeno scesa sul fondale!"

Liara fa un profondo respiro, come se volesse ricentrarsi chiudendo gli occhi.

"L'oceano...."

Sussurra come se fosse in un momento di trance.

"L'oceano? Liara, questo è un lago! Non è un oceano."

"Ho visto un oceano. I suoi scuri abissi. Ma in essi, c'era così tanta bellezza e al tempo stesso così tanto...dolore..."

Mormora Liara chiudendo più serratamente gli occhi, come se stesse davvero vivendo qualcosa di doloroso senza nemmeno sapere di cosa si tratti.

"Tutto sommato forse sarebbe meglio andare ad esplorare l'Egitto e le tombe, piuttosto che fondali oceanici."

Cerca di sdrammatizzare Amanda, nel vedere l'amica particolarmente scossa.

"Non so che cosa significhi questo, ma sento che qualcosa mi appartiene rimasto nell'abisso di un oceano."

Amanda resta in silenzio per alcuni istanti, vedendo il viso di Liara colto da una profonda nostalgia, e che sembra quasi far vedere l'amica vulnerabile come mai l'aveva vista da quando la conosce.

"Acqua...abissi. Atlantide."

E' la riflessione che Amanda sussurra, ricordandosi anche di una reazione vista in Liara, proprio quando un pomeriggio, si era trovata a casa dell'amica, ed era stata pronunciata la parola di Atlantide, riguardo un libro che Amanda avrebbe voluto leggere da piccola, trovato in una biblioteca.

"Liara, hai la stessa espressione di turbamento che avevi quel pomeriggio a casa tua, quando ti avevo accennato al libro che da piccola, avrei voluto leggere su Atlantide. Mi avevi detto che non conoscevi nulla di Atlantide e che anzi, non ne volevi nemmeno sapere nulla. Mi avevi detto che avvertivi una sensazione meravigliosa e una di profondo dolore. Ora hai rivissuto qualcosa, proprio fissando la superficie d'acqua di un lago che sembra un mare! Forse questo lago ti ha rievocato qualcosa che potrebbe riguardare proprio Atlantide."

E' la deduzione di Amanda.

"E poi esiste anche quell'oggetto che hai a casa, a forma di piramide con dentro dell'acqua! Che ci sia un collegamento?"

Continua a dire Amanda per cercare di aiutare Liara a fare luce sul turbamento di quelle emozioni che stanno emergendo, come quando si risale da un fondale d'acqua per riportare in superficie, qualcosa di recuperato dai più profondi abissi marini.

"Non voglio parlare di Atlantide. Non ora. Forse mai."

Sono le dure parole di Liara, non potendo immaginare che, proprio insieme ad Amanda, diversi anni dopo, si sarebbe trovata faccia a faccia proprio con quel qualcosa di collegato ad Atlantide che fin' ora Liara ha sempre cercato di mantenere nell'oblio, custodito dal suo più profondo inconscio.

"Stai fuggendo da qualcosa."

L'affermazione di Amanda fa infastidire Liara.

"Parli a me di fuga? Ma ti sei sentita e vista quando ti sei messa a gridare reagendo in quel modo per fuggire da un serpente? Forse io avrò un problema con le spade, ma tu ce l' hai con i serpenti."

Le due si guardano con occhi reciprocamente infastiditi, ed entrambe inconsapevoli sul fatto che ognuna ha toccato una vulnerabilità dell'altra e che, la reazione di rabbia e fastidio, costituiscono proprio i caratteristici segnali della presenza di qualcosa che andrebbe risolto e armonizzato dentro se stessi. Per tutta la navigazione lungo il lago Titicaca, le due compagne universitarie non si sarebbero parlate, fino a quando non avrebbero raggiunto la Bolivia.

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