Dialogo maestro con le voci delle proprie ombre



Regno Unito, Inghilterra, Londra

Casa di Amanda Wilson

E' passato molto tempo da quando Amanda, in seguito al viaggio in Cornovaglia effettuato insieme alla sua compagna universitaria Liara Parker, ha fatto rientro a Londra facendo credere a tutte le persone di sua conoscenza di essere sparita nel nulla. Nessuno aveva più ricevuto sue notizie all'infuori dei suoi genitori, ai quali aveva anche espressamente chiesto, di non informare nessuno riguardo la sua decisione di volersi trasferire altrove. Dopo il viaggio in Cornovaglia, la studentessa ha infatti deciso di non tornare a vivere né con la madre Sophie, né con il padre Mitch che, già da diversi mesi ormai, si era separato dalla moglie trasferendosi in un altro stato. La decisione di Amanda nello scegliere di non vivere più con nessuno dei due genitori, era maturata dal fatto che, la giovane aveva erroneamente creduto che, con con il tipo di aiuto che avrebbe potuto ricevere della madre, sarebbe riuscita a riprendersi con maggior difficoltà. Questo anche perché Amanda aveva ritenuto la madre come la più grande responsabile della separazione da Mitch, a causa della scarsa apertura mentale nei confronti della vita e che, Sophie aveva sempre avuto, rispetto alle meno limitanti vedute del marito. Trasferitasi in un'altra città per ricominciare una vita da zero e, attraversando i suoi più neri e dolorosi vuoti interiori, Amanda aveva perfino finito con il tingersi i capelli di nero, rinnegando quel lucente colore biondo che, nella prima parte della sua vita, aveva scelto e preferito rispetto a quello nero. Essendo nata con un colore di capelli per metà neri e per metà biondi e che, soprattutto nella sua infanzia e adolescenza, tale diversità era stata fonte di derisioni o giudizi negativi da parte delle persone e compagni di giochi, Amanda ad un certo punto aveva scelto di tingerli di un solo colore: il biondo. Ora però, da quando la ragazza è finita nel sotterraneo della scogliera in Cornovaglia, rifiutandosi di accettare l'aiuto della mistica figura femminile avvolta da una paranormale nebbia, ha scelto di provare a cambiare il colore dei capelli, sperimentando il loro opposto aspetto, iniziando anche a vestirsi con abiti scuri, con i quali inconsciamente, Amanda stava cercando di attraversare i suoi aspetti più oscuri e bui, e come se al tempo stesso, le avessero potuto dare maggior coraggio e forza nel non temere più le sue ombre. La mancanza di amore verso se stessa, l' essersi tradita per aver permesso di essersi fatta dominare dal giudizio negativo delle altre persone e, il non aver dato valore alle sue capacità sensoriali, avevano portato la ragazza a precipitare ancora di più nel suo vuoto interiore, continuando a cercare sempre all'esterno e, quindi al di fuori di lei, quell'amore che non era mai stata capace di dare a se stessa. E' nel pomeriggio di una giornata di pioggia autunnale che qualcosa di "strano", inizia nuovamente a manifestarsi: nell'avvicinarsi allo specchio del bagno dell'appartamento in cui sta vivendo con una sua nuova amica, si accorge che tra uno dei suoi corvini capelli, ne è sbucato uno di colore completamente argenteo.

"E questo?! Com'è possibile! Eppure non sono un'anziana!"

Esclama parlando con se stessa e afferrando con le punte di due dita l'argenteo ciuffo di capelli, con la tentazione di strapparselo via. Qualcosa però la ferma dall'ennesima azione di non voler accettare una parte di lei che, sta invece cercando di guidarla verso il sentiero per imparare l'amore verso se stessa. Lo strappare quel ciuffo di capelli, per Amanda avrebbe significato ancora una volta, agire contro una parte di se stessa. La ragazza fa scorrere tra le dita l'argenteo ciuffo, contemplandolo attraverso lo specchio davanti a lei, per poi lasciarlo scivolare via delle dita e farlo riunire agli altri capelli neri che, sembrano perfino essersi animati per accoglierlo in un caldo abbraccio di unità e accettazione. Dopo essersi sistemata e preparata, Amanda si reca alla festa organizzata dalla sua coinquilina Cassandra, con cui ha iniziato a dividere la spesa dell'affitto, grazie all'opportunità di aver potuto trovare lavoro come barista all'interno di una discoteca in cui Cassandra lavora da anni, come ballerina. Nonostante l'allegria sprigionata dalle risate e dai divertimenti dei partecipanti, per Amanda quell'ambiente le trasmette invece un vuoto accompagnato da una solitudine ancora più amplificata. Il negativo momento però, viene improvvisamente alleviato dall'arrivo di un ragazzo che va a sedersi sul divanetto proprio accanto a lei.

"Che ci fa uno schianto di ragazza come te, seduta qui da sola? Non ti piace ballare?"

Le chiede il ragazzo dal gradevole e spavaldo aspetto. I suoi capelli corvini, sono accuratamente pettinati all'indietro, e fra di essi sulla sommità della testa, luccicano un paio di occhiali da sole a specchio, nonostante sia sera e la festa si svolga all'interno di un edificio.

"Non mi piace ballare! E poi dove sta scritto che qualcuno definito come bello o schianto, deve per forza avere qualcuno con cui passare il tempo?"

Gli risponde immediatamente lei con tono infastidito, per il solo fatto che quel ragazzo le ha toccato una sua ombra, collegata al fatto che non sia ancora riuscita a trovare amicizie e ambienti in risonanza con lei. Questo perché da un punto di vista energetico, Amanda sta attraendo persone che si sono avvicinate a lei, in risonanza con aspetti che non "apparterrebbero" alla ragazza e che, costituirebbero delle maschere che fin' ora l'hanno tenuta "separata" dalla vera e più autentica Amanda.

"Non male come caratterino. Tolgo il disturbo se preferisci stare sola."

Il ragazzo si alza.

"Aspetta. Non volevo essere scortese."

Amanda lo ferma, sentendo in quel momento, un disperato bisogno di compagnia. Il ragazzo torna a sedersi vicino a lei.

"Scusami. Ho detto una bugia. In realtà mi piace ballare, ma non mi piace stare da sola."

Sente di "dover" ammettere.

"Allora, andiamo a ballare insieme. Ti va? Ti faccio compagnia io.. Dimenticavo: mi chiamo Grant."

Amanda non se lo lascia ripetere due volte, decidendo di spezzare la catena della solitudine derivata dalla chiusura del suo cuore a causa delle precedenti delusioni, scegliendo questa volta di lasciarsi andare in una nuova relazione affettiva. Tale relazione però, l'avrebbe portata a ripetere un vecchio e familiare schema, a causa delle maschere "indossate", soprattutto da quando Amanda ha lasciato Londra e il tipo di vita con tutti i sogni che avrebbe voluto realizzare insieme a Liara. L'ennesima rottura e separazione con Grant, avvenuta tra l'altro durante una serata trascorsa a litigare, porta Amanda a correre verso il giardino di un cimitero, cadendo inginocchiata a piangere sotto un albero, non riuscendo ancora a comprendere, per quale motivo ogni volta le sue relazioni finivano nello stesso o simile modo. La ragazza é nel pieno del suo dolore, liberato nel posto più adatto a rappresentare il suo umore, quando improvvisamente sente una voce affacciarsi alla sua mente, anche se inizialmente, Amanda crede si possa trattare della voce proveniente da qualcuno alle sue spalle.

"Il tuo dolore mi nutre."

Amanda si gira di scatto, alla ricerca di chi abbia potuto affermare simili "inquietanti" parole.

"Chi ha parlato?! Vieni fuori!"

"Sono l'ombra della tua paura. Non puoi vedermi. Ma puoi sentirmi."

Amanda rabbrividisce continuando a guardarsi intorno.

"Che cos'è, uno scherzo? E poi, se tanto vuoi saperlo, io non ho paura di niente!"

"Hai paura di non essere amata. E' la tua più grande ombra. Mi hai nutrito così tanto e, ora mi hai manifestato."

Amanda sgrana i suoi azzurri occhi.

"Non ti credo! Sei qualcuno che si è nascosto da qualche parte qui intorno e, ora resterai tu da solo!"

Amanda corre via dal cimitero rientrando nell'appartamento condiviso con Cassandra, ma una volta stesa sul letto della sua stanza, la precedente voce torna ad affacciarsi nuovamente alla sua mente.

"Hai paura di non essere amata. Io sono l'ombra di questa tua paura."

"Non è possibile! Sei anche qui!"

Amanda balza giù dal letto guardandosi intorno.

"Vigliacco, vieni fuori e fatti vedere!"

"Non è possibile. Io sono energia e ti parlo attraverso la tua mente. Sei tu che mi hai creato, nella tua mente, ma non potevi sentirmi. Ora invece puoi farlo. Mi hai nutrito con così grande passione che, ora posso finalmente essere "visto". Non servirà scappare in altri posti nell'illusione di non sentirmi più perché sono dentro di te e, mi porterai ovunque finché non smetterai di evitarmi."

Continua a comunicare quella voce.

"Vattene via! Chiunque sei! Stai dicendo un mucchio di assurdità, o forse sono io che sono diventata pazza."

Inizia poi a credere la ragazza sedendosi di peso sul letto.

"Tutti quelli che parlano con voci interiori, vengono considerati pazzi. Oh si, perchè sono i primi a non credere nell'esistenza di tali voci. Ma io esisto. Noi esistiamo."

"Tu non esisti! Vattene!"

"Più mi rinnegherai e più diventerò potente."

"Che cosa vuoi allora! Parla!"

Amanda inizia ad aprirsi diversamente, per stabilire una comunicazione con quella voce che le suona dentro così scomoda.

"Voglio essere ascoltato e visto. Mi hai creato tu. Sono una tua creazione. Faccio parte di te."

"Io non ti voglio! E non sei l'ombra della mia paura! Io non ho paura, né ho paura di te! Non ti ho creato io, come affermi!"

"Dunque mi rinneghi. Rinneghi la tua paura. Rinneghi la tua credenza di non sentirti amata."

Amanda si ammutolisce.

"Io...sono...amata."

Farfuglia con la voce che le trema dal dolore, nell'accorgersi che sta affermando qualcosa in cui non crede affatto.

"No, tu non sei amata. Non sei mai stata amata."

Le parole sentite nella sua testa, fanno sentire ad Amanda un dolore ancora più grande, capendo che quella voce le sta dicendo, tutto quello che lei in quegli anni aveva sempre ripetuto continuamente a se stessa e, quindi effettivamente, era stata lei a creare quel suo "demone mentale". Avviare la comunicazione con la sua prima ombra manifesta e consapevolizzata, avrebbe portato Amanda a considerare diversamente, tutto quello che in quegli anni aveva continuato a ripetersi facendosi solo che del male. Come fare ora, per dissolvere nel nulla quell'ombra, insieme a tutte le altre che sicuramente aveva nutrito dentro di sé? Sarebbe bastato parlarci? Possibile che l'aver nutrito i suoi pensieri con una simile credenza di non poter essere amata, aveva davvero materializzato una "voce" così presente e "materiale", a tal punto da poter essere udita così marcatamente e, percepita così pesantemente da farla sembrare reale? Dopo diversi istanti di timore e titubanza, Amanda però avrebbe iniziato a vedere l'energia delle ombre in una prospettiva completamente diversa, a tal punto da cominciare a parlare, giorno dopo giorno, con qualunque tipo di energia e, a fare un vero e proprio viaggio dentro se stessa, con le voci delle sue più scomode ombre che, lei stessa aveva nutrito in quegli anni. Proprio quelle ombre però, le avrebbero insegnato molto più di quanto le avrebbe potuto far apprendere una qualunque scuola o facoltà universitaria. Dopo un lungo viaggio dentro di sé, un giorno Amanda decide finalmente che sia giunto il momento di fare rientro a Londra e, andare alla ricerca di Liara. Come l'avrebbe riaccolta dopo quegli anni in cui le aveva fatto credere di essere morta? L'avrebbe perdonata? Liara l'avrebbe riaccolta nella sua vita e come amica? Ma soprattutto: l'avrebbe amata dopo che Amanda aveva agito così drasticamente, sparendo perfino da Liara che, era stata l'unica vera amica che l'aveva accettata così com'era, come nessun'altra persona fin dal loro primo incontro all'università?

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia