La forza liberatoria della difficile scelta del perdono



Regno Unito, Inghilterra, Londra

Amanda cammina lentamente lungo il vialetto che, a distanza di diversi anni, l'avrebbe portata alla villetta di proprietà di Liara Parker, la sua preziosa amica di studi alla quale aveva deciso di non far più sapere nulla di lei. Dopo la forte ed intensa esperienza vissuta in Cornovaglia che, l'aveva portata a finire quasi sepolta viva all'interno di una grotta sotterranea, Amanda aveva finito con il chiudersi enormemente in se stessa, affrontando i suoi "demoni introspettivi". A causa infatti di alcune sue tormentate dinamiche interiori, alimentate dal non amore verso se stessa che, l'avevano indotta a farsi dominare dalla paura del giudizio esterno, aveva rinnegato non solo alcune delle sue parti più "scomode" ma, perfino molti dei suoi preziosi doni spirituali. A distanza di qualche anno invece, Amanda sente di essere pronta per affrontare una delle conseguenze delle sue scelte: quella di aver fatto credere alla sua miglior amica, di essere morta sotto una scogliera della Cornovaglia. Per affrontare il difficile incontro con Liara, la giovane donna sta ora indossando un cappellino e un paio di occhiali scuri che le mascherano il viso, avendo scelto quel tipo di temporanea copertura, per evitare di dare all'amica, un forte colpo emotivo troppo improvviso. Arrivata all'elegante cancello dell'abitazione dell'amica, Amanda fa un profondo respiro prima di pigiare il pulsante del campanello. Attende qualche istante, per poi vedere il cancello aprirsi automaticamente, quindi si incammina verso il piccolo vialetto circondato da pietrisco e vegetazione. Dopo essere arrivata all' ingresso interno della villetta, la giovane donna trova Liara sulla soglia della porta. Il viso di Liara è diversamente in risalto rispetto a qualche anno prima, grazie a dei lunghi capelli castano scuri che le ricadono sciolti su una spalla. L'amica indossa una tuta dal colore blu elettrico, accompagnato da bianche e piacevoli sfumature dai disegni ondulati. I battiti del cuore di Amanda si accelerano, sia per l'emozione di rivedere la sua "ex" amica e compagna di viaggi, sia per il timore di spaventare Liara con la sua inaspettata e improvvisa apparizione.

"Che cosa posso fare per lei?"

E' la domanda che Liara pone a quella che, ad un primo impatto sembrerebbe essere una perfetta sconosciuta, consentendo in ogni caso, di farla accedere alla sua proprietà.

"Mi piacerebbe poter ricevere le tue scuse e il tuo...perdono."

Le risponde subito Amanda con voce debole, vedendo lo sguardo di Liara cambiare, allargandosi in un'espressione di stupore che, subito si trasforma in una forma trasmettente cupezza, dato che ha riconosciuto la voce dell'amica scomparsa da qualche anno e che, ormai aveva considerato morta.

"Cosa? Chi...chi sei?"

Mormora Liara cercando di restare centrata, per non farsi dominare da un potenziale "trauma emotivo".

"Sono chi sicuramente non ti saresti più aspettata di vedere e che ti aveva aspettata dietro una grata, all'interno di una grotta sotto una scogliera della Cornovaglia. Sono la persona che ha creduto che, non sarebbe mai stata salvata, da colei che considerava la sua miglior amica."

E' la risposta che Amanda dà a Liara e, con un lento movimento della mano, fa scivolare via dal viso, gli occhiali scuri che indossa, facendo emergere i suoi profondi occhi azzurri. Lo sguardo di Liara si colora di maggior incredulità e stupore, tanto da fare un passo all'indietro.

"Perdonami. Non vorrei spaventarti, ma non ho trovato un miglior modo per farti sapere che..."

"TU? Amanda!"

Esclama Liara interrompendo la frase di colei che, in quegli anni, è diventata una donna più adulta, anche se di aspetto estremamente giovanile.

"Si. Sono io. Amanda."

Seguono alcuni attimi di silenzio e di emozioni difficili da gestire, sia per Amanda che Liara, in cui nessuna delle due sembra più riuscire a pronunciare una parola, nonostante il desiderio di lasciarsi andare alla gioia di potersi rivedere e riabbracciare.

"Non ci credo..."

Sussurra Liara.

"Non eri tu, quella che sosteneva di poter credere a qualunque cosa, anche tra quelle più impossibili? Mi dispiace solo, non essere stata io a riuscire a credere che ti avrei rivista fuori da quel sotterraneo."

"Mio Dio, Amanda. Sei tu!"

Ora Liara si lascia andare all'emozione della gioia, abbracciando Amanda che, a sua volta si gode l'abbraccio dell'amica che aveva creduto di aver perso. Dopo lunghi istanti di abbraccio, commozione e lacrime, le due amiche si staccano l'una dall'altra per osservarsi meglio, con Amanda che poi si toglie anche il cappellino, facendo emergere un medio taglio di lisci capelli che ha tinto di nero, portando Liara a stupirsi ancora maggiormente.

"Sei diversa. I tuoi capelli, non sono più biondi."

"Anche tu sei diversa. E i tuoi capelli più lunghi."

Le due si guardano reciprocamente, ancora incredule. Liara fa poi accomodare Amanda all'interno della villetta, per poter parlare più comodamente.

"Qui è rimasto tutto come prima."

Commenta Amanda guardandosi intorno, osservando il salotto di casa Parker.

"Non riesco a credere che tu sia viva, Amanda. Ho creduto per anni che tu fossi morta."

"Mi dispiace."

Le risponde Amanda con fioca voce.

"Sei stata salvata da qualcuno e sei rimasta così tanto a lungo in qualche ospedale? Quando ero tornata per tirarti fuori di lì, quel tratto di scogliera sembrava essere crollato, tanto da aver faticato per riuscire a ritrovare l'ingresso."

Amanda china la testa affranta, non riuscendo a guardare negli occhi l'amica, dopo aver ascoltato quello che Liara ha dedotto a causa della sua prolungata assenza. Amanda scuote la testa negativamente.

"Non sono stata in ospedale in questi anni."

"Non capisco. Se non sei stata in ospedale, che cosa ti ha impedito di tornare qui e di suonare alla mia porta, per dirmi che eri viva e che, avremmo potuto continuare a viaggiare come avevamo programmato di fare insieme?"

Amanda fa un profondo respiro rialzando il viso verso Liara.

"Non ce l'ho fatta. Ero arrabbiata con te e, mi sono resa conto troppo tardi di aver ragionato e reagito come la peggiore delle bimbe più capricciose."

"Cosa?! Arrabbiata con me?! E per quale motivo!"

Esclama Liara non comprendendo la motivazione di Amanda.

"Avevo preso la jeep per andare a cercare aiuto più lontano! Quando sono tornata con una persona che mi avrebbe potuta aiutare, tutto sembrava però essere crollato! Non hai idea di quello che ho passato emotivamente e, dei miei sensi di colpa per non essere arrivata in tempo, soprattutto perché ti avevo promesso che sarei tornata per tirarti fuori di lì! Ora tu, a distanza di anni, mi dici che eri riuscita a salvarti, ma che non mi hai avvisata perché eri arrabbiata con me!?"

Ora è Liara ad alzare la voce e gridando per liberare la sua di rabbia accompagnata da una grande delusione.

"Mi...mi dispiace. Non ho scuse. Posso solo chiederti di perdonarmi."

Liara sgrana il suo sguardo che amplifica l'espressione delle sue emozioni.

"Io non posso crederci! Eri uscita da lì e, per tutti questi anni mi hai fatto credere che fossi morta! Tu hai idea, dei sensi di colpa con cui sono vissuta per tutto questo tempo!? Hai idea di quello che ho passato io stessa, dopo aver proseguito i miei viaggi da sola e, con il demone di quel senso di colpa che mi ha accompagnata in ogni mia giornata?!"

La voce di Liara veicola una profonda rabbia che fa rabbrividire Amanda, soprattutto nel rendersi maggiormente conto, del dolore e della ferita che ha provocato all'amica per non aver avuto la pazienza di attendere con fiducia il suo ritorno a quella grotta. La mancanza di fede e di quel tipo di pazienza, aveva infatti spinto Amanda ad allontanarsi dalla grata, per entrare nel sotterraneo e venir "salvata" dalla misteriosa e mistica figura femminile circondata dalla paranormale nebbia, tipica di quel mondo così tanto decantato e raccontato nella leggenda riguardante il regno di Avalon.

"Mi dispiace. Non sai quanto."

Gli occhi di Amanda iniziano a lacrimare, vedendo però il gelo nello sguardo di Liara che, anche se comprensibile, in quel momento crea del dolore e un profondo senso di colpa anche nell'intimo di Amanda.

"Ti dispiace. Pensi che queste banali parole, possano far rimarginare quello che io ho passato in questi anni? Tu non ti rendi conto di quello che hai fatto!"

Il tono di Liara è freddo veicolando ancora più rabbia di prima, come se in quel momento, il suo cuore fosse entrato in una modalità di incapacità di perdonare.

"Mettiti anche nei miei panni! Ero sconvolta e spaventata! Credevo che lì sotto sarebbe accaduta la mia fine! Tutto stava crollando e l'acqua stava allagando ogni spazio!"

Ora è Amanda ad arrabbiarsi come reazione automatica, nel vedere la rabbia dell'amica che non la sta facendo sentire compresa.

"Tu non hai creduto in me! Non hai avuto fede in me! Te l'avevo promesso! Te l'avevo promesso che saresti uscita da lì! Ma hai preferito credere al demone della paura e della sfiducia!"

Le grida ancora Liara.

"Ma che cosa pretendi! Pensi che ti avrei potuta vedere come l'eroina dei più grandi e fantasiosi fumetti di epiche storie?! Pensi che avrei potuto credere ad una simile cosa in quel momento?! Certo che non credevo in te come super eroe salvatrice e, soprattutto non in quella situazione! Forse avrò anche sbagliato a non aver avuto fiducia in te, ma non puoi condannarmi per non essere riuscita ad immaginarti come la grande salvatrice!"

La rabbia di Amanda per non essere stata compresa e perdonata, sfocia in una fastidiosa ironia che, fa alterare Liara ancora di più.

"Nessuno ti ha chiesto di vedermi come l'eroina salvatrice del mondo, né mi potrei mai ritenere capace di tale potere! Posso perdonarti di non aver avuto fiducia in me? Certo, questo lo posso fare! Ma che mi dici di te che, per tutti questi anni mi hai fatto credere di essere morta! Di questo non hai scuse, Amanda! Non ne hai, hai capito!?"

Liara le grida ulteriormente contro, portando Amanda a sentire ancora più amplificato il suo senso di colpa.

"Lo so. Lo so che su questo non ho giustificazioni. Ma spero che tu possa trovare la forza di perdonare anche qualcosa che non è razionalmente giustificabile."

Le umili e tristi parole di Amanda, sembrano ora attenuare la collera di Liara che, guarda l'amica con occhi riflettenti, sia il desiderio di dimenticare tutto e di perdonarla per il solo fatto di essere felice di poter riavere la sua amica, sia l'impulso di sbatterla fuori di casa per non rivederla mai più. Una parte di Liara, vorrebbe infatti far provare anche ad Amanda, il dolore del senso di colpa che lei ha provato per alcuni anni, a causa della scelta dell'amica di farsi credere morta.

"Non ho scuse nemmeno per essermi arrabbiata con te, per aver creduto che non saresti arrivata a tirarmi fuori di lì. Tu invece hai tutto il diritto di essere arrabbiata con me, per averti fatto credere di essere morta."

Afferma Amanda, ammettendo le sue responsabilità. Le due restano in silenzio avvolte da ondate di energia tra l'affetto e il conflitto, come se due grandi forze stessero combattendo in entrambe, per vedere quale delle due avrebbe prevalso: quella della comprensione, del perdono e dell'amore o, quella dell'incomprensione, della paura e della separazione? Dominata dall'energia della paura di non ricevere né il perdono, né l'affetto e l'amore dall'amica, Amanda inizia a dirigersi verso la porta di uscita.

"Dove stai andando, ora?"

Amanda si ferma nel sentire le ulteriori risentite parole di Liara.

"So di non meritare il tuo perdono. Quindi, forse è meglio che me ne vada. Mi dispiace averti fatto soffrire. Posso solo dirti questo e andarmene. Non merito un'amicizia come la tua, né posso obbligarti a perdonarmi."

"Tu stai solo fuggendo ancora una volta, perché non hai la pazienza di aspettare e, perché credi di sapere come gli altri possano reagire o essere capaci di fare qualcosa, come per esempio quello di perdonarti! Pensi che sia facile perdonarti una cosa simile e che, possa essere immediato? Non lo è! Questo però non significa che non potrei perdonarti. Se solo avessi aspettato, almeno ora, il tempo di farmi elaborare ogni cosa! Invece no! Troppo difficile, vero? Meglio fuggire subito che, aspettare, per evitare di correre il rischio di sentire un no, come risposta!"

Le parole di Liara sono schiaffi morali di tale potenza, da far sentire ad Amanda ancora più dolore di "materiali" ceffoni fisici, consapevole che anche in quella circostanza, Liara sta cercando di spingerla a sciogliere ferree e limitanti dinamiche interiori che, in tutti quegli anni avevano fatto sentire Amanda senza amore e compassione, non solo verso se stessa, ma anche verso gli altri.

"Io...non vorrei fuggire. Non più."

Mormora Amanda.

"Allora smettila di farlo."

Il tono duro di Liara, accompagnato da uno sguardo di ghiaccio, innesca in Amanda qualcosa di liberatorio e potente che, fa cambiare idea alla donna, tanto da farla tornare a riavvicinarsi a Liara, nonostante il rischio di sentirsi ferire. Come riuscire a sciogliere quel ghiaccio che sembra aver circondato Liara? Come avrebbe fatto Amanda a farsi perdonare, accettando anche la possibilità di poter ricevere un no come risposta? Amanda sente di poter fare una sola ed unica azione e, si lancia su Liara per "intrappolarla" in un abbraccio carico di pentimento e allo stesso tempo di gratitudine. Questo per averle riaperto ancora una volta gli occhi su preziose finestre interiori di crescita e, permettendole di farle diversamente vedere altre sue ombrose dinamiche interiori. Liara resta irrigidita nella sua posizione ed espressione, come se non una parte di lei non volesse ricambiare quell'abbraccio per accettare le scuse di Amanda, ma poi si sente avvolgere da una delicata ma potente forza, che la induce ad aprire le braccia e riaccogliere l'amica. L'azione di Liara permette quindi all'energia del perdono di prevalere sulla rabbia ed essere indirizzata verso l'amica. Pochi istanti dopo, le due amiche si abbracciano ancora più caldamente e, tra una lacrima e l'altra, si sussurrano reciprocamente la decisione di volersi perdonare a vicenda, aprendosi ad un nuovo tipo di viaggio e ciclo di vita che, le avrebbe portate a fare altre nuove ed incredibili esperienze. Insieme.

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