Tra leggende e realtà



Regno Unito, Inghilterra, Londra

Biblioteca

Amanda gira velocemente un'altra pagina del libro che ha iniziato a leggere da qualche ora e, che l'ha coinvolta in una sempre più smisurata voglia di continuare a conoscere le affascinanti e mistiche storie ruotanti intorno ai personaggi narrati all'interno dell'antico volume, in scenari ambientati in un luogo chiamato: Avalon. Per la ragazzina la lettura di quel libro, sembra essere diventato qualcosa di davvero magico. Nel corso dei suoi undici anni di vita infatti, mai prima d'ora, Amanda aveva considerato così tanto bello leggere delle storie e, l'idea di sapere che non avrebbe potuto finire di leggerle in un solo pomeriggio, le fa provare tristezza. Ad un certo punto la ragazzina inizia a sentire il rumore di alcuni lenti passi sulla scaletta di legno, segno che qualcuno sarebbe salito raggiungendo l'area della biblioteca in cui lei si è fermata a leggere per tutto il pomeriggio. Amanda alza quindi lo sguardo, notando sopraggiungere l'anziano che qualche ora prima, l'aveva accolta con attenta gentilezza, quando lei aveva fatto il suo timido ingresso nella biblioteca.

"Oh, principessa. Sei dunque tu che sei salita fin quassù."

Le dice l'anziano. Amanda lascia aperto il libro posandolo sulle gambe, restando seduta sulla verde poltrona, anche se iniziando ad avvertire una certa tensione interiore.

"Io...credevo che si potesse salire."

L'anziano la scruta qualche attimo, dando un'occhiata a distanza al libro che Amanda ha cercato di leggere il più a lungo e presto possibile.

"Non c'è problema, principessa ma, temo che dovrai ritornare un altro giorno. La biblioteca sta per chiudere."

"Oh no, la prego!"

Amanda si alza di scatto stringendo a sé il libro, quasi come se lo stesse abbracciando per non volersene separare.

"Io devo finirlo!"

"Quel libro ha molte pagine, principessa. Ti serviranno diversi giorni."

"Posso portarlo a casa?"

"Cosa? Oh no, questo non é possibile. Se vorrai finirlo, dovrai tornare qui nei prossimi giorni. Fra dieci minuti chiuderò la biblioteca. Ti aspetto di sotto."

L'anziano ridiscende la scaletta lentamente, sotto lo sguardo affranto di Amanda che, subito dopo si gira istintivamente verso il gufo appollaiato sul tavolino vicino, come se volesse chiedere proprio a quel rapace, un aiuto per poter restare ancora ad immergersi in quella lettura. Il gufo la scruta attraverso i suoi occhi giallo-arancioni restandosene però fermo, in pacata e tacita osservazione. Nel riabbassare lo sguardo sulla pagina che ha interrotto di leggere, Amanda vorrebbe mettersi a parlare con quel libro a tal punto che commenta qualcosa rivolgendosi proprio ad esso.

"Aspettami qui. Io cercherò di tornare presto."

Nel timore di non poter più ritrovare quel libro, Amanda va a posizionarlo su uno scaffale in modo tale da cercare di nasconderlo il più possibile, riuscendo a tornare in tempo a casa per l'ora della cena.

"Si può sapere dov'eri finita? Ci hai fatto preoccupare! Siamo venuti a cercarti al giardinetto e stavo quasi per chiamare la polizia!"

La rimprovera immediatamente la madre.

"Mi dispiace, non volevo farvi preoccupare. Non mi ero accorta che fosse passato così tanto tempo. Ho fatto amicizia con un gufo!"

Sophie guarda stralunata la figlia, per poi scambiarsi un'occhiata con il marito.

"Che cosa stai dicendo? Non esistono gufi in città e, viviamo a Londra, non in qualche bosco."

La ragazzina alza il viso verso il padre che le lancia subito un'eloquente occhiata, facendole capire immediatamente di evitare di parlare alla madre di simili argomenti riguardanti volatili, dato che l'uomo ne è a conoscenza già da parecchio tempo. Mitch però sa che non sarebbero stati temi ben accetti dall'essere ascoltati e compresi da Sophie.

"Forse mi sono sbagliata. Non...non era un gufo..."

Amanda risponde con voce fioca e incerta chinando il viso, ritrovandosi a dover ancora una volta mentire, per evitare di sentirsi giudicata negativamente proprio dalla madre. La ragazzina si siede a tavola restando in silenzio per quasi tutta la durata della cena, fino a quando…

"Posso farvi una domanda?"

Chiede improvvisamente rivolgendosi ad entrambi i genitori, mentre Sophie e Mitch stanno terminando di mangiare.

"Che differenza c'è tra una storia e una leggenda?"

Sophie e Mitch guardano la figlia con espressioni incuriosite.

"Una leggenda andrebbe considerata come una storia in cui sono stati inventati e narrati molti fatti o cose inesistenti."

Le risponde la madre.

"Come fanno ad essere ritenuti fatti inesistenti se vengono raccontati? Se possono essere narrati e descritti, significa che esistono o che sono esistiti da qualche parte."

Sophie e Mitch capiscono che sembra essere arrivata l'età in cui la figlia avrebbe iniziato a fare domande sempre più difficili a cui rispondere, soprattutto se riguardanti argomenti storici o di un certo contenuto mistico.

"Amanda. Esistono delle storie che sono realmente accadute e, altre che invece sono state inventate ma, mai effettivamente esistite."

E' la prima risposta che viene comunicata dal padre.

"Quindi si chiama storia, qualcosa che non è stato inventato ma che è realmente esistito, mentre si chiama leggenda, qualcosa che è stato inventato ma mai esistito? Ma sono pur sempre storie! Storie diverse, ma sono sempre storie!"

Esclama la ragazzina piuttosto perplessa e confusa.

"Tesoro, forse è meglio chiedere alla tua maestra queste spiegazioni."

E' la risposta della madre che si alza per iniziare a sparecchiare.

"Avalon è storia o leggenda?"

Chiede poi Amanda, andando dritta al punto, desiderosa di ricevere risposte su quello che ha iniziato a leggere nel libro della biblioteca in cui ha trascorso metà del pomeriggio.

"Avalon? Come fai a conoscere la storia di Avalon?"

Chiede Sophie guardando con stupore la figlia.

"Hai detto: storia! Quindi Avalon è realmente esistita."

Constata subito Amanda nel sentire il termine pronunciato dalla madre.

"Intendevo dire: leggenda."

Con viso ancora più confuso di prima, Amanda guarda la madre per qualche istante.

" Prima hai detto che Avalon è una storia e, secondo me è esistita. Non è una leggenda! Forse non esiste nemmeno la differenza tra storia e leggenda! Può darsi che sono la stessa cosa, solo che le leggende sono più magiche, belle e per niente noiose! Le storie che invece raccontano sui libri di scuola, sono noiosissime!"

Protesta la ragazzina.

"E dove avresti letto di Avalon, se non hai libri riguardanti leggende e, a scuola queste cose non dovrebbero essere studiate?"

La domanda di Sophie arriva particolarmente indagatoria e Amanda cerca di non far insospettire la madre di aver letto proprio quello stesso pomeriggio, qualcosa su Avalon.

"Mi piacerebbe leggere di Avalon. L'ho solo sentita nominare."

Amanda abbassa un po' gli occhi per evitare che attraverso il suo sguardo, i genitori possano accorgersi che lei sta mentendo.

"Sono tutte storielle prive di razionalità, Amanda. Dovresti leggere storie realmente accadute. A volte vengono raccontate delle leggende con eventi mai esistiti, modificando dei pezzi di storie realmente accadute. Questo però non è realistico e non insegnano nulla di utile."

Le parole di Sophie lasciano perplessa Amanda e, il suo corpo si irrigidisce, come se stesse percependo che "qualcosa non va" nelle parole pronunciate dalla madre. Per evitare di insospettire i genitori, la ragazzina smette di parlare, salutando la madre e il padre per andare a coricarsi. Il pomeriggio del giorno seguente, Amanda fa rientro a casa un po' prima del solito per evitare di far insospettire i genitori, essendo tornata alla biblioteca per proseguire la lettura del libro su Avalon. Prima di andare a dormire però, questa volta Amanda decide di fare qualche domanda solo al padre che, in quegli anni si era sempre dimostrato più aperto su argomenti di un certo tipo, rispetto alla moglie.

"Papà! Anche tu come la mamma, credi che Avalon non sia mai esistita? Io credo che sia esistita,sai?"

La domanda di Amanda, mette Mitch in difficoltà. L'uomo si siede sul letto accanto alla figlia, per rimboccarle le coperte.

"Che cosa sai su Avalon, piccola?"

"Beh, che è un luogo incantato e magico! E poi ci sono le fate! Tu sai che cos'é una fata, papà?"

"Piccola, un po' come Avalon, le fate fanno parte di storie che sono state inventate per i più piccoli."

"Ma non è vero! Le fate esistono!"

Protesta Amanda come se simili parole, le abbiano fatto provare una forte collera, perché quello affermato dal padre non sembra essere riconosciuto come verità, dal sentire interiore di Amanda.

"E cosa te lo fa pensare?"

Le chiede il padre, provando ad indagare per capire da dove provengano certe certezze della figlia.

"La fata Morgana è esistita! E anche i cavalieri di Re Artù! La tavola rotonda! La regina Ginevra! E poi c'è anche Lancillotto! Sono tutti esistiti! Ho letto che Avalon si trovata su un'isola delle isole britanniche. Noi viviamo in uno stato britannico e questo l'ho studiato proprio a scuola! Quindi come possono dire che Avalon non sia esistita, se hanno scritto che si trova in uno stato che esiste realmente? Lo vedi che non c'è differenza tra storia e leggenda?"

Esclama Amanda per poi spiegare con entusiasmo quello che lei ritiene veritiero.

"E dove avresti letto tutto questo? Amanda, dimmi la verità. E' da ieri che stai parlando di Avalon. Dove hai appreso di questa leggenda?"

Amanda abbassa lo sguardo.

"Su un libro. Ho trovato un libro su Avalon."

"E dov'è questo libro? Dove l'hai trovato?"

"L'ho trovato in una biblioteca."

"Che cosa?? E come ci sei arrivata in una biblioteca? Non ce ne sono di biblioteche qui vicino."

"Ti prego, non dirlo alla mamma."

"Glielo dirò e come, se non mi dici in quale biblioteca."

Amanda sbuffa, ma poi si vede costretta a rivelare al padre la locazione della biblioteca, ricevendo non pochi rimproveri da Mitch, per essersi azzardata a prendere un bus pubblico da sola e arrivare in una zona di Londra affollata da chissà quanti turisti, dato che la biblioteca in questione, si trova vicino il famoso British Museum.

"Ora ascoltami bene Amanda. Io non dico nulla alla mamma, ma tu non andrai più in quella biblioteca. Per assicurarmene, per qualche giorno non andrai nemmeno al giardinetto da sola."

"Ma papà! Non è giusto! Sono perfettamente capace di arrivare alla biblioteca e, io voglio sapere di Avalon! Voglio sapere della fata Morgana e di quei cavalieri! Le loro storie mi incantano!"

"Ecco appunto: ti incantano. Questo non è realistico, ed è pericoloso perché sei con la testa altrove. Tutto ciò non ti fa bene, Amanda. Basta con leggende e storie di magie ed incantesimi, ok? Dimenticati di Avalon e se, quando sarai grande avrai ancora voglia di leggere di questa leggenda, potrai essere libera di farlo."

"Perché dici: quando sarò grande?! Io voglio essere libera di poterlo fare adesso! Non è giusto e, non faccio nulla di male! Non posso essere libera nemmeno di leggere quello che voglio?"

"Il discorso è chiuso."

Mitch diventa assertivo e tassativo, per evitare che Amanda si alieni ancora di più dal mondo che lui considera "realistico" e, correre il rischio di ricevere commenti giudicanti negativi, sia dalla madre che da altre persone. Nonostante Mitch adotti quel sistema per proteggere la figlia da giudizi esterni, Amanda è ancora troppo piccola per poter capire il punto di vista di un padre. La ragazzina scoppia in lacrime, faticando anche a prendere sonno, ma consapevole che il giorno seguente, sarebbe tornata per l'ultima volta in quella biblioteca per cercare di riuscire a prendere il libro e portarlo a casa. Amanda non sa che, il giorno seguente, qualcosa di importante avrebbe iniziato a "segnare" o a delineare la sua vita. Proseguendo infatti nel proseguire a leggere quel libro così misticamente leggendario e apparentemente surreale, ad Amanda si sarebbe aperto il mondo di un diverso tipo di conoscenza.

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