Apertura e spinta serpeggiante verso la conoscenza



Regno Unito, Inghilterra, Londra

Università

Amanda sgrana i suoi occhi non appena l'insegnante di archeologia comunica agli studenti convocati in aula, che circa un mese dopo, più gruppi di alcuni indirizzi universitari, si sarebbero uniti per fare un istruttivo viaggio che, avrebbe portato all'esplorazione di un sito archeologico situato in Perù. Presa dall'entusiasmo, e non avendo ancora mai potuto fare un viaggio fuori Londra, nemmeno dieci minuti dopo dalla notizia, la ragazza corre subito ad avvisare Liara, scoprendo che anche l'amica avrebbe partecipato a quel viaggio.

"Ma è fantastico! Andremo in Perù! Ancora non ci posso credere!"

Liara sorride nel vedere l'entusiasmo di Amanda.

"Questa è anche una delle motivazioni per cui ho scelto di iscrivermi a questa facoltà di archeologia."

Afferma Liara con un sorriso che trasmette un maggior tipo di soddisfazione.

"Desideravamo poter viaggiare insieme e, sembra che il destino stia esaudendo questo desiderio! Confesso però che mi aspettavo di poter fare un viaggio insieme a te, per poter andare in Cornovaglia e saperne di più sui segreti di Avalon, oppure in Egitto, dove tu hai sempre sognato di poter andare."

Esprime Amanda, rinnovando il suo desiderio di poter visitare soprattutto la Cornovaglia.

"Io non ho mai creduto in questo fantomatico fato casuale, per poter realizzare i propri sogni e obiettivi. Se vogliamo andare insieme in Cornovaglia o in Egitto, non dovremmo aspettare che qualcuno o qualcosa lì fuori, ce lo faccia arrivare con chissà quale fortunata coincidenza. Io ho deciso che in Egitto ci andrò, anche se sento che non è ancora il momento, e credo sia esclusivamente per questo motivo che, non è ancora accaduto. Se ora abbiamo la possibilità di fare insieme un viaggio in Perù, sarà sicuramente eccitante e istruttivo. Viaggiare, è quello che ho sempre desiderato fare e, ho scelto questa facoltà universitaria, proprio per poter imparare ad esplorare i più misteriosi luoghi."

Liara esprime il suo pensiero e la sua visione sul "fortunato" fato dei desideri, sotto lo sguardo di Amanda che le sorride come se le parole di Liara le avessero trasmesso una sensazione di sollievo, consapevole anche che, sarebbe stato il mese più lungo da aspettar trascorrere, per poter mettere piede sul misterioso e affascinante suolo peruviano.


Sud America, Perù

Un mese dopo...

Amanda alza lo sguardo verso la suggestiva area del sito archeologico di Sillustani, area collocata nell'altopiano peruviano e che, la ragazza ha raggiunto percorrendo diversi chilometri insieme ad altri studenti, a bordo di un autobus preso a noleggio dal personale universitario, dopo aver fatto una breve pausa nella città di San Carlos de Puno, capoluogo della regione. E' durante la pausa pranzo, mentre se ne ne sta seduta su una delle rocce tipiche dell'arido terreno di quella zona, impreziosita dalla presenza di due particolari torri che, Amanda nota qualcosa: una sbarazzina ragazza vestita con un'ariosa gonna colorata, sta passando proprio davanti a lei, camminando facendo risuonare il tintinnio di alcuni sonagli che le avvolgono una delle sue nude caviglie.

"Che mai ci troverà quella tipa, a camminare con quegli affari legati intorno alla caviglia?"

E' il commento di Amanda, mentre addenta un pezzo di panino, sotto i raggi del caldo sole di quella giornata.

"Sono tipici delle danzatrici orientali."

Le risponde Liara mentre si apre una bottiglietta d'acqua sedendosi accanto all'amica.

"Questo posso capirlo, ma in questo posto stiamo studiando archeologia, non danza orientale."

"Sarà un'aspirante archeologa o antropologa che potrebbe anche avere la passione per la danza orientale."

Le risponde Liara facendo spallucce, come se per lei quello criticato da Amanda, non costituisca un problema o una stranezza, per l'aver visto camminare in quel luogo, una ragazza accompagnata dal tintinnio di sonagli. Amanda preferisce non rispondere, non potendo nemmeno immaginare che, la presenza di quella figura femminile accompagnata dal suono di quei sonagli, avrebbe potuto veicolare proprio e soprattutto per lei, un inaspettato e particolare messaggio spirituale, riguardante l'energia femminile. Il giorno dopo, i gruppi degli studenti, sotto la guida di un paio di insegnanti, si apprestano a raggiungere il Lago Titicaca, collocato tra il Perù e la Bolivia e, considerato come uno dei più grandi laghi mondiali navigabili.

"Secondo la mitologia andina, questo lago rappresenta la culla della civiltà."

Inizia a spiegare una delle insegnanti, dopo aver fatto fermare gli studenti nei pressi della sponda di un tratto del maestoso lago.

"Di quale civiltà?"

E' la prima domanda posta da uno degli studenti.

"Dell'intera civiltà. Secondo la storia e una leggenda, questo posto rappresenterebbe la casa del dio Viracocha, considerato come il creatore del sole, della luna, delle stelle e di tutti gli esseri viventi."

Prosegue a spiegare l'insegnante.

"La solita storia che viene narrata in tutte le altre religioni mondiali, solo con nomi diversi. Inoltre, penso che al massimo potrebbe essere considerata come la culla della civiltà inca, non di quella universale. Il Perù è stato la culla della civiltà inca, o mi sbaglio?"

Interviene Amanda con tono quasi annoiato e scettico, facendo girare nello stesso momento, i due insegnanti e tutti gli altri studenti.

"Ops...scusate. Era una mia semplice riflessione. Non ho di certo in mano io, la conoscenza della verità della creazione mondiale o umana, ma credo che non possa essere nemmeno considerata come somma verità, dall'autore che ha descritto una leggenda nata da un preciso popolo, facendola spacciare per verità universale della creazione. Ogni civiltà o popolo, ritiene giusta e universale, quella in cui nasce, giusto? Quindi perché globalizzare ogni volta qualcosa? Si crea soltanto confusione nelle persone e, stupidi conflitti non costruttivi."

Commenta Amanda, senza nemmeno rendersi troppo conto, di aver comunicato una sua riflessione con toni non particolarmente simpatici e umili dato che, per sua pura e incessabile passione, si é già fatta da sola, un bel viaggio conoscitivo di molteplici religioni e civiltà mondiali. Il modo però in cui Amanda sta esprimendo il suo parere sull'argomento, zittisce tutti i presenti per imbarazzanti istanti.

"Avremo occasione di parlare di molte altre religioni, civiltà e popoli, Amanda. Ma non è questo il luogo, il modo e il momento più adatto per poterlo fare. Non allontanatevi e cercate di riposare. Fra mezz'ora, saremo raggiunti da una delle guide del posto, che vi spiegherà altre curiosità del luogo, oltre a permetterci di poter navigare un tratto di questo meraviglioso lago, organizzando la navigazione in gruppi più piccoli di persone, in base al numero di imbarcazioni che ci verranno messe a disposizione."

Sono le parole che l'insegnante rivolge prima ad Amanda, e poi agli altri studenti. Presa un po' dallo sconforto, per essere stata zittita ricevendo una risposta che l'ha infastidita davanti a tante altre persone e, nonostante sia stata proprio lei, la prima persona ad aver fastidiosamente acclamato qualcosa, per comunicare una sua contrarietà su una spiegazione leggendaria considerata universale, Amanda decide di allontanarsi dall'intera cerchia di studenti e insegnanti, per andare a farsi una camminata lungo la sponda del lago. Prima di avventurarsi, Amanda avvisa Liara di quella sua intenzione. Dopo diversi minuti di cammino, la ragazza dai biondi capelli, va a sedersi sulla sponda di un tratto di lago, in modo da poter contemplare la vasta distesa della superficie d'acqua per poi abbandonarsi alle sue riflessioni.

"E così, questo posto, rappresenterebbe il grande lago della creazione? Dunque hanno assegnato il merito della creazione, esclusivamente ad una divinità maschile. Peccato che sulla terra, il potere di dare alla luce una vita, appartenga maggiormente alla donna. Sarei proprio curiosa di vedere un uomo riuscire a partorire, anche se sicuramente nemmeno una donna sarebbe in grado di mettersi a partorire, stelle e pianeti. Forse erano gli dei, gli unici in grado di poterlo fare. Un tempo."

Sono le mezze scherzose e ironiche riflessioni che Amanda pone a se stessa ad alta voce, mentre si gode il silenzio di quel luogo immerso in una così importante area d'acqua, lanciando un sasso raccolto dal suolo, verso un punto più distante rispetto a lei. Improvvisamente però, uno strano suono inizia a provenire proprio dal punto in cui Amanda ha lanciato il sasso. La ragazza quasi impallidisce nel veder strisciare lentamente verso di lei, un serpente dal colore marrone quasi mimetizzato con quello del suolo e, munito di una particolare coda fatta di piccole sezioni concentriche che, ad un certo punto si alza verticalmente dal suolo, in un movimento oscillatorio, ed emettendo un particolare suono con maggior intensità.

"Oh mio Dio...."

Mormora restando quasi paralizzata dalla paura, non sapendo come comportarsi, ed essendo la prima volta che si trova faccia a faccia con un serpente.

"No, no...da bravo. Torna indietro. Se ti ho colpito con quel sasso, non era mia intenzione. Ti chiedo scusa. Ora però torna da dove sei venuto."

Sono le prime parole che Amanda comunica al rettile, parlando in quel modo più che altro per cercare di allentare la sua paura e trovare il modo di liberarsi da ciò che in quel momento, la ragazza sta considerando come uno spiacevole incontro. Nel vedere il serpente, continuare a strisciare lentamente verso di lei, Amanda lancia un forte grido, nella speranza che possa arrivare a qualcuno del gruppo degli studenti. L'urlo di Amanda però, non fa altro che infastidire maggiormente il serpente, segnale che il rettile trasmette attraverso un più intenso movimento della coda e che, automaticamente rende maggiormente marcato anche il suono che sta emettendo quel tipo di oscillazione. Mentre il cuore le batte all'impazzata, Amanda cerca di restare immobile, e il serpente ferma il suo movimento, continuando a restare con la testa puntata verso Amanda per diversi istanti, momenti che per la ragazza, sembrano durare un'eternità. L'improvviso arrivo del rumore di alcuni passi alle spalle del serpente, fa capire ad Amanda che qualcuno stia finalmente sopraggiungendo. Quel tipo di rumore però, non sembra avere in ogni caso, il potere di distrarre il serpente, perché il rettile resta focalizzato nel fissare Amanda attraverso i suoi intensi gialli occhi.

"Amanda!"

La voce di Liara porta Amanda a sentirsi più sollevata al pensiero di non essere più sola. Liara però si ferma di colpo, nel capire che l'amica si trova a pochi centimetri da un serpente a sonagli.

"Non ti muovere e resta calma."

Le dice subito Liara, accompagnando le sue pacate parole, con un lento movimento della mano, per marcare maggiormente la raccomandazione di non fare brusche azioni che, avrebbero potuto indurre il serpente ad attaccare.

"Liara, aiutami!"

Liara resta ferma alle spalle del serpente per qualche attimo, per poi proseguire con passo cauto ma deciso e, arrivare ad afferrare con entrambe le mani il serpente, tenendo una mano morbidamente stretta vicino la testa del rettile, e l'altra tra il centro e la fine della sua coda.

"Oh mio Dio, Liara! Sei impazzita! Hai preso in mano un serpente!"

"Allontanati. Torna dagli altri! Ci penso io a lui. O lei."

Le dice Liara, come se l'aver preso in mano un serpente, per lei sia stato del tutto naturale, nonostante quella sia la prima volta che lo sta facendo. La terrorizzata Amanda invece, si alza con lentezza per allontanarsi e arrivare alle spalle di Liara, dando un'occhiata al serpente che la coraggiosa amica continua a tenere in mano.

"Liara lancialo via, e attenta a non farti mordere!"

Liara avanza verso un punto più lontano, mantenendo con le mani il serpente in una decisa e, al tempo stesso morbida presa, per poi chinarsi e rilasciare il rettile nel fogliame, vedendolo strisciare velocemente per allontanarsi lungo la sponda del lago. Amanda corre ad afferrare Liara per un braccio strattonando l'amica all'indietro.

"Andiamo via di qui, Liara! Via!"

Le due si allontanano da quella zona, facendo ritorno verso il luogo in cui i gruppi degli studenti si sono fermati a riposare, in attesa dell'arrivo della guida che li avrebbe portati a navigare le acque del lago Titicaca. Le due ragazze vanno però a sedersi più distanti dai loro compagni di studi, con Liara che si accovaccia davanti ad un'Amanda ancora tremante.

"Bevi...E respira lentamente."

Liara le porge la bottiglietta d'acqua da cui Amanda inizia a sorseggiare.

"Grazie per quello che hai fatto. Non so dove tu abbia trovato il coraggio di prendere in mano un serpente. Hai visto che suono stava emettendo? Era inquietante!"

"E' nei momenti più pericolosi che si può scoprire di avere più coraggio di quello che si pensa. Era un serpente a sonagli. Deve essere stato infastidito. E' un loro segnale per avvertire l'aggressore o l' intruso, di essersi infastiditi per qualcosa."

Spiega Liara in maniera pacata.

"Io me ne stavo tranquillamente seduta. E' lui che è venuto a infastidire me!"

"Qualcosa però deve averlo infastidito."

"Beh, ammetto che avevo lanciato un sasso, proprio nel punto da cui è sbucato fuori. Ma non sapevo ci fosse un serpente, altrimenti non mi sarei mai sognata di provocarlo."

"Credo non sia piacevole per nessuno, essere improvvisamente invasi nella propria casa, o in ciò che viene considerata come casa."

"Te ne intendi di serpenti? Non ti fanno paura nemmeno un po' ?! Non sai con che occhi mi stava guardando!"

Chiede e poi esclama Amanda, con stupore.

"I serpenti non sono cattivi. Certo però che, se li si va a disturbare e, soprattutto nel luogo che considerano di propria appartenenza, hanno anche loro il diritto di arrabbiarsi e di avvisare gli intrusi."

"Mi dispiace, ma soprattutto dopo questa esperienza, non riuscirò mai a vedere un serpente positivamente, né a considerarlo simile ad un umano che potrebbe infastidirsi se qualche visitatore indesiderato, gli suona il campanello di casa, in un momento sbagliato."

Liara si siede più comodamente sul terreno peruviano, davanti ad Amanda.

"Sembra che oggi i sonagli ti infastidiscano proprio."

Commenta Liara facendo una battuta che, sul momento Amanda non capisce.

"Che intendi?"

"Beh, prima la ragazza che camminava con i sonagli avvolti intorno ad una caviglia e che, nel solo averla vista, ti aveva infastidita. Ora è un serpente a sonagli ad apparirti improvvisamente, ed è lui ad essersi infastidito per la tua presenza o per la tua reazione alla sua presenza."

Le fa notare Liara.

"Sicuramente è una strana coincidenza che sia la giornata dei sonagli. Ma c'è una bella differenza tra i sonagli che ha un'aspirante danzatrice orientale e i sonagli di un serpente che non vede l'ora di mordere!"

Liara si rialza dal terreno lentamente.

"E se non fosse una coincidenza?"

Liara si guarda intorno.

"Che intendi?"

"Siamo nel Sud America e sulle sponde del lago Titicaca. Abbiamo una fonte di tanta acqua, una leggenda collegata ad una divinità creatrice, e un serpente a sonagli che ti ha terrorizzata."

Le fa maggiormente notare Liara.

"Sfido chiunque a stamparsi un bel sorriso amichevole standosene tranquillo, davanti al muso di un serpente che ti guarda in quella maniera minacciosa!"

Protesta Amanda vedendo però Liara, starsene tranquilla e per niente preoccupata o intimorita.

"E se ci fosse un collegamento tra il serpente, l'acqua e la storia della creazione?"

Azzarda a ragionare Liara.

"Forse allora dovresti chiederlo al dio Viracocha. Se è davvero lui il creatore del mondo e di tutti gli esseri, sicuramente saprà dirti se esiste un collegamento tra un serpente e l'acqua."

Commenta Amanda un po' ironica, a causa della paura provata per essersi trovata per la prima volta, davanti alla potente energia di un serpente. Qualcosa però si accende improvvisamente nella ragazza, ricordando alcune parole che Liara le aveva detto riguardo una sua visione, sul simbolismo della figura del serpente.

"Aspetta un attimo, Liara. Ricordi quando a casa tua, stavamo parlando di Avalon? Avevi detto che quel regno sembrava racchiudere il mondo della conoscenza, e che richiamava l'energia del nome dell'isola delle Mele con cui veniva chiamata Avalon. La mela è anche un frutto simbolo, collegato alla storia dell'Eden, dove il serpente aveva tentato Eva a mangiare la mela che le avrebbe portato la conoscenza. Ricordi?"

Liara annuisce.

"Lo ricordo molto bene. Avevamo anche ricordato della "fine" che avevano fatto Eva ed Adamo, per aver provato ad accedere al mondo della conoscenza. Il serpente, portatore di conoscenza. E ora tu ti imbatti faccia a faccia con quel potere. Un potere che però ti ha spaventata. Se provassimo a capovolgere il simbolismo del serpente? Se fosse il serpente ad essere il portatore o il custode della conoscenza e, non il portatore della mala conoscenza?"

Dei brividi iniziano a percorrere il corpo di Amanda, non appena Liara pronuncia quelle parole, consapevole che avrebbe approfondito quell'argomento insieme all'amica. Poco tempo dopo, le due ragazze si preparano per sperimentare la navigazione dell'importante Lago Titicaca, grande simbolo della casa della creazione, attraverso l'elemento dell'acqua.

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia