Discesa nel sotterraneo del magico potere da recuperare



Regno Unito, Cornovaglia: Grotta tra le nebbie

Amanda si addentra nel cunicolo di sinistra della grotta in cui si è avventurata scendendo dalla scogliera di quel tratto della Cornovaglia, dopo che la fitta e coprente nebbia è apparsa per avvolgere tutta la zona circostante, portando la ragazza a separarsi da Liara, rimasta invece all'esterno alla ricerca dell'amica. Amanda nota subito che il sotterraneo in cui ora si trova e, che ha scoperto seguendo il volo del corvo, non è affatto avvolto dal buio. Il luogo infatti, anche se fiocamente, appare illuminato da qualche misteriosa fonte di luce.

"Liara! Liara mi senti?! Segui la mia voce e raggiungimi! Sono finita in un cunicolo, ma è sufficientemente illuminato!"

Amanda grida con quanta più voce possibile, senza però ottenere nessuna risposta dall'esterno. Dopo essere rimasta in attesa per qualche istante, la giovane prosegue a camminare con passi lenti e cauti, come se qualcosa stesse esercitando una particolare forza di attrazione verso quel cunicolo, facendola giungere in una specie di piazzola più larga, rispetto al tratto di sentiero appena percorso. Al centro della piazzola, la giovane trova una donna che indossa un lungo abito grigio e nero, decorato con misteriosi disegni geometrici rossi. Sulla sommità del capo della donna, è morbidamente posato un cappuccio dello stesso colore dell'abito, fondendosi con il tessuto di un antico mantello che le ricade dietro le spalle. La sagoma della donna è avvolta da una coltre bassa di nebbia circolare che, sembra danzare in senso orario intorno ai suoi piedi. Amanda si ferma di colpo, iniziando a respirare affannosamente portando una mano al centro del cuore e, intuendo che deve trattarsi proprio della donna avvolta dalla nebbia e che, poco prima aveva già intravisto all'esterno della scogliera.

<< Oh mio Dio...non può essere reale. Questa è fantasia o, sono all'interno di un sogno mentre sto dormendo. >>

Pensa Amanda cercando di vincere il timore per ciò vede. La misteriosa donna è immobile. Il suo viso trasmette serietà, ma guarda Amanda con occhi morbidi e pacati. Il corvo che precedentemente era apparso all'esterno, guidando Amanda proprio verso quella grotta, va a posarsi sulla spalla sinistra della misteriosa donna.

"Sei...sei reale?"

Inizia a chiedere Amanda senza osare avvicinarsi alla misteriosa sagoma femminile.

"Tutto ciò che è visibile può essere reale e, allo stesso tempo surreale. Tu desideri che io sia reale per te?"

Sono le parole che la donna pronuncia, facendo sgranare gli occhi di Amanda.

<< E' reale! Mi ha risposto! O è un dialogo fantasioso all'interno del mio sogno?! >>

E' il seguente pensiero di Amanda.

"Io voglio sapere se sei reale o sto sognando."

"Qual'è la tua paura, Amanda?"

"Come fai a conoscere il mio nome? Che cosa sei? Una...una specie di strega?"

Amanda fa un passo indietro e, lo sguardo della donna si abbassa sulle gambe di Amanda.

"Che cosa temi di me, Amanda?"

"Io non ti temo. Sto solo cercando di capire se tu sia reale o un'illusione."

"Se non mi temi, perché indietreggi? Che cosa ti spaventa di me?"

Amanda sente un nodo in gola, come se non volesse ammettere la verità di provare paura, realizzando che sta fingendo di non averne.

"Va bene. Mi spaventa che tu possa esistere davvero e, che tu possa essere una specie di strega."

La donna guarda Amanda dritta negli occhi con intensità e allo stesso tempo con morbidezza.

"Che cos'è per te una strega?"

La domanda della donna, mette in difficoltà Amanda. Nel non riuscire a rispondere, la sagoma femminile inizia a fare qualche passo verso Amanda e, la nebbia che circonda i suoi piedi, segue i suoi movimenti quasi come se stesse danzando intorno a quei passi. Il fenomeno porta a far spaventare ulteriormente Amanda che, indietreggia ancora una volta.

"Non avvicinarti!"

Le grida quindi, allungando il palmo di una mano verso la donna con un gesto che esprime l'intenzione di voler fermare i passi della sagoma femminile che si ferma, rispettando e comprendendo la paura di Amanda.

"Dimmi chi sei."

Insiste Amanda.

"Posso essere una strega o, qualunque altra cosa. Posso riflettere anche una parte di te che temi. Dunque dimmi, Amanda: che cosa ti piacerebbe che io fossi?"

"Io voglio solo sapere chi sei e perché mi hai spinta ad entrare qui dentro!"

"Sei tu che sei venuta da me. Io non ti ho spinta o chiesto di seguirmi."

Amanda incupisce lo sguardo.

"Ma ti attendevo. Sapevo che saresti venuta. E' molto che ti attendo. Il tempo è giunto."

"Il tempo è giunto per che cosa?"

Le chiede Amanda con sguardo cupo e confuso.

"Il tempo per attraversare quella parte di te che temi così tanto. E' ciò che si manifesta a te come qualcosa che ti attrae ma che, al tempo stesso temi."

"Io non sono te! Io sono Amanda! E ora mi devi dire chi sei tu o, me ne andrò all'istante, esattamente come sono riuscita ad arrivare qui!"

"Sei libera di farlo. Ma sai già che non lo farai, perchè è il tempo di attraversare la tua più grande ombra femminile."

E' la tranquilla e pacata risposta della donna che continua a restare immobile.

"Cosa?! Che cosa stai dicendo! Io non ho nessun'ombra da attraversare e, soprattutto femminile!"

"Come mai sei entrata qui dentro, attraversando questo luogo così poco illuminato? Perché hai deciso di attraversare il buio di questa grotta?"

Amanda scuote la testa negativamente.

"Non lo so. So solo che ho trovato questa nebbia troppo strana e surreale. In mezzo ad essa avevo visto una donna e, sono scesa seguendo il corvo che sembrava dirigersi proprio verso quella donna. Ora so che quella donna eri tu."

La sagoma femminile resta in silenzio continuando a guardare Amanda.

"Tu sai come si è formata questa nebbia? Come fa ad esistere e ad avvolgere solo te?"

Le chiede invece Amanda.

"Conosci già la risposta."

"No. Non può essere. Sei tu ad aver creato questa nebbia? Sei una strega? E' così vero? Sei una strega. Esiste davvero un simile potere? Un essere umano può davvero essere capace di creare qualcosa di simile?"

"Dunque ciò che viene definito umano, per te non potrebbe essere anche potentemente divino, Amanda?"

"Ho bisogno di sapere se esiste davvero un simile potere. Se esiste e, sei davvero tu ad avere questo potere, dimmi come hai fatto e come potrei averlo anche io."

E' l'inaspettata richiesta di Amanda.

"Cosa ti spinge a desiderare di voler creare della nebbia?"

"Perché così saprei come crearla anche io e, far vedere a tutti quelli che mi hanno derisa o fatta star male, di che cosa sarei capace!"

Amanda inizia ad esternare nuovamente la sua rabbia, non accorgendosi di voler desiderare di avere del potere divino per utilizzarlo per un basso scopo, mossa da ferite del passato.

"E' questo l'unico scopo per cui vorresti avere questo potere? Per uno scopo di vendetta?"

"Io lo chiamo riscatto! O giustizia!"

"Dunque saresti disposta a diventare una strega, nonostante tu prima abbia temuto me, come l'essere una strega, per uno scopo o senso di riscatto o di giustizia. E' per questo?"

Le chiede la donna con nessun tipo di voce giudicante, ma totalmente neutra.

"Non lo so che cosa mi stia succedendo. Forse sei tu che emani qualcosa di negativo che mi sta facendo parlare così!"

Amanda ora attacca la donna verbalmente, ritenendola colpevole per i pensieri che sta facendo, non accorgendosi che si tratta della liberazione di scomodi pensieri che, erano state parti di energie inconsce racchiuse proprio dentro se stessa.

"Stai integrando la tua parte strega, Amanda? E' importante che anche una strega impari a saper gestire la sua parte oscura e la sua parte Luce."

Sono le seguenti informazioni che la donna comunica ad Amanda.

"Hanno sempre parlato delle streghe come se facessero solo azioni malvagie. Molte donne in passato erano state considerate streghe venendo giustiziate, solo per aver osato pronunciare qualcosa di considerato oltraggioso o per essersi messe a guarire con delle semplici piante."

E' la risposta di Amanda, ricordando alcuni dei discorsi che aveva avuto con Liara.

"Questo è ciò che è stato spesso detto da altre persone, giusto? Hai associato la figura della strega, come ad una donna in possesso di malvagi poteri, solo per fare del male?"

Nel sentire quelle domande, Amanda sente che in quel momento sta venendo messa in discussione interiore, una sua profonda e radicata credenza.

"Qualsiasi uomo o donna può essere capace di fare del male o del bene, a seconda di quanto si sia capaci di mettersi in ascolto del proprio cuore."

Amanda guarda la donna con stupore, nel sentire quelle affermazioni.

"Tu non sembri parlare come una strega malvagia. Se sei una strega, allora sei una strega buona, o forse sei un'abile ingannatrice ed esperta illusionista, proprio come la nebbia che ti avvolge."

Le dice Amanda per poi soffermarsi a riflettere su qualcosa, ricordando che la leggenda di Avalon, aveva raccontato dell'esistenza di una fata che avrebbe avuto un simile potere di innalzare della nebbia, come anche quello di farla svanire nel nulla.

"No. Non può essere..."

Amanda indietreggia ancora, con sguardo sempre più sconcertato.

"Sei una strega? Una sacerdotessa? Una fata?"

Le chiede quindi, andando maggiormente dritta al punto.

"Sono ciò che tu senti io sia. Sei qui per abbracciare ciò che non ami di te e che stai rinnegando. Il tempo per attraversare le parti di te che non stai ancora amando, è giunto. Tu lo sai. Sai che non potrai vivere a pieno la vita, finché non abbraccerai le tue parti ferite."

"Sono stati gli altri ad avermi ferita! Non io!"

Amanda proietta la colpa all'esterno, per evitare di sentirsi lei in colpa per qualcosa.

"Tutto lì fuori è uno specchio del proprio mondo interiore. Se vorrai, io ti aiuterò ad attraversare l'inferno delle tue ombre per imparare ad amarle e a recuperare il tuo sacro potere di sacerdotessa."

Sono le parole che la donna pronuncia e che, portano Amanda a vibrare sulla paura di un tale potere e ruolo.

"No! Io non sono una sacerdotessa! Stai mentendo, e ora ti saluto!"

Amanda le dà le spalle per fuggire, ma il soffitto della grotta inizia a sgretolarsi fermando l'intenzione della giovane.

"Che succede!"

Amanda si gira di scatto verso la donna.

"E' opera tua?! Sei una strega! Vuoi tenermi bloccata qui?!"

Altri pezzi di grotta si sgretolano cadendo con morbidezza al suolo.

"Sei libera di andare Amanda. Libera di fuggire. Libera di restare. Scegli. Scegli se andare verso il sentiero del tuo potere come sacerdotessa consapevole o, verso il sentiero che continuerà illusoriamente a farti credere di non avere nessun potere per poter manifestare la vita che desideri."

Amanda si incupisce, avvertendo dentro se stessa un grande conflitto, nel dover scegliere verso quale dei due sentieri avrebbe dovuto incamminarsi. Dopo qualche istante di difficile riflessione, Amanda dà le spalle alla donna per affrettarsi verso l'uscita, ma nel cercare di ripercorrere il cunicolo precedente, si accorge che si sono materializzati dei nuovi cunicoli, non immaginando che la magia di quel luogo, le sta facendo vedere i nuovi meandri bui che, Amanda ha iniziato ad edificare dentro se stessa, a causa di una nuova paura emersa, all'idea di poter recuperare chissà quale malvagio potere come sacerdotessa. La magia di quel luogo, attraverso la materia, la sta portando a vedere che cosa sta accadendo dentro di lei, nei sotterranei più segreti del suo inconscio.

"Fammi uscire di qui! Fammi uscire di qui!"

Grida in preda al panico, alla disperata ricerca dell'uscita, ma più si lascia dominare dalla paura, più anche quella fioca luce che era stata presente in quei sotterranei, inizia ad abbassarsi, proprio come se anche tale fenomeno, stesse rappresentando un potente specchio e una metafora, di ciò che sta accadendo dentro Amanda, attraverso l'energia che sta fluendo in lei. L'oscuro evento infatti, si è materializzato perché Amanda ha ceduto il potere della sua luce e del coraggio, a vantaggio di quello della paura che, tutto può oscurare e anche distruggere.

"Liara! Dove sei! Aiutami!"

Amanda riprende a gridare, ritrovandosi in un complicato labirinto sotterraneo, ma più corre e si agita, più quel luogo sembra maggiormente crollare, esattamente come sta crollando la fiducia in se stessa e nel suo potere divino. Ad un certo punto però, Amanda sente la voce di Liara che, nel frattempo è riuscita a trovare l'ingresso della grotta, seguendo il suono delle grida dell'amica.

"Liara! Sono qui! Aiutami!"

Amanda riprende a gridare arrivando ad un cunicolo, vedendo Liara correre verso di lei. Le due amiche si riuniscono in un caldo abbraccio.

"Sono qui! Va tutto bene. Ora ce ne andiamo fuori insieme, non temere. Sei sconvolta. Che cos'è successo?"

Le chiede Liara preoccupata scostandola un po' da sé per guardarla meglio in viso, notandole gli occhi lucidi e profondamente angosciati.

"Avalon esiste! E' qui! Intorno a noi!"

Cerca di spiegarle con voce affannata e agitata.

"Ora calmati. Usciamo di qui, poi mi racconterai tutto."

Le due si incamminano verso l'esterno, ed è Liara la prima a varcare l'uscita della grotta, rimettendo i piedi su alcuni massi della scogliera. Amanda però si ferma, proprio a pochi passi dall'uscita.

"Amanda che cos'aspetti? Andiamo."

Amanda resta immobile.

"Liara, aiutami a decidere."

"A decidere cosa? Di che cosa parli?"

La grotta inizia a tremare e, pezzi di pietre crollano dal soffitto facendo scivolare da una fessura di esso una grata nera che va a chiudere l'ingresso della grotta, separando Amanda da Liara.

"Liara! Liberami!"

Amanda riesce ad infilare una mano oltre la maglia di una grata, cercando di arrivare a quella dell'amica.

"Questo posto è un inferno!"

Grida Amanda, non potendo ancora comprendere che, l'inferno di cui sta parlando, non è altri che uno specchio visibile del tipo di "inferno" che alberga dentro se stessa e che, più avrebbe rinnegato il suo sacro potere femminile, più avrebbe continuato a nutrire molte delle sue oscure ombre. Il suo campo emozionale si agita ancora maggiormente, tanto che ad un certo punto, perfino un'ondata del mare messaggero del luogo, arriva potentemente entrando nella grotta, iniziando ad allagare il cunicolo in cui si trova Amanda.

"Liara! Non lasciarmi! Non lasciarmi qui! Non abbandonarmi anche tu!"

"Non ti abbandono Amanda! Ora cerco un modo per aprire questa grata! Resisti!"

Liara cerca in tutte le maniere possibili di aiutare l'amica, mettendosi perfino a gridare aiuto all'esterno, ma l'acqua del mare continua ad entrare nella grotta, grande metafora dell'oceano di emozioni che sta devastando non solo Amanda, ma anche Liara. Nell'iniziare a capire che difficilmente sarebbero riuscite a rompere da sole una grata di ferro, le mani di Liara vanno oltre due punti della grata più larghi, per afferrare e tenere quelle di Amanda. Le due amiche si guardano negli occhi con angoscia, ma soprattutto con la credenza che, solo un miracolo avrebbe potuto permettere ad Amanda di uscire da quel luogo. Le mani delle due amiche si stringono mentre l'acqua continua a riempire la grotta.

"Amanda! Devo andare a cercare aiuto risalendo la scogliera! Tornerò a riprenderti! Torneremo a viaggiare insieme! Te lo prometto! Tu non mollare, d'accordo? Promettimelo!"

Le due si guardano negli occhi stringendosi fortemente le mani, ma nel vedere Amanda non rispondere, Liara decide di non perdere altro tempo.

"Vado a cercare aiuto! Non mollare!"

Le ripete Liara prima di darle un ultimo sguardo e lasciarle le mani, quindi corre via per risalire lungo la scogliera che, nel frattempo ha smesso di essere avvolta dalla magica nebbia. Amanda invece scivola inginocchiata al suolo, aggrappandosi con le mani alla grata, nella speranza che Liara possa raggiungerla prima che l'acqua rischi di inghiottirla in quell'iniziatico e mistico sotterraneo.

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