Chiamata da Atlantide

Scopo di vita che permette di viaggiare per molti mondi



Regno Unito, Inghilterra, Londra

Biblioteca

E' il pomeriggio del giorno dopo e, Amanda si trova nuovamente nella biblioteca in cui si era recata nei giorni precedenti, consapevole però che, sarebbe stato l'ultimo pomeriggio in cui avrebbe potuto restare in quel luogo per poter continuare a leggere il libro riguardante Avalon, in compagnia del gufo appollaiato sul tavolino accanto a lei. La ragazzina quindi, non può far altro che cercare di leggere quel libro il più possibile, dato che le sarebbero rimaste ancora poche ore di tempo prima di uscire dalla biblioteca senza più possibilità di poterci tornare. Ad un certo punto però, Amanda inizia ad avvertire una strana sensazione di sonnolenza che la fa meravigliare.

"Non adesso. Perché mi sta venendo sonno proprio ora, visto che mi sta piacendo così tanto, leggere questo libro?!"

Amanda cerca di lottare per rimanere sveglia ma, nonostante il suo sforzo di riuscire a mantenersi desta, lentamente scivola in un inspiegabile e improvviso sonno, finendo per addormentarsi sulla poltrona in pochissimi istanti. E' in quel lasso di tempo in cui la ragazzina si addormenta con il libro aperto sulle sue gambe che, qualcosa inizia ad accadere senza che lei possa nemmeno percepirlo. Il libro è rimasto aperto su una ben precisa pagina su cui è presente il disegno di un particolare simbolo che, inizia ad esercitare un invisibile campo energetico sempre più intenso. Quando Amanda si sveglia, è passata un'ora da quando si è abbandonata a quella misteriosa forza che l'ha accompagnata nell'inspiegabile stato di sonnolenza che l'ha fatta addormentare.

"Oh no! Ho perso un'ora!"

E' la sua affermazione di illusoria credenza assorbita, esprimente un distorto significato di "tempo perso" che, non le sta permettendo di immaginare che invece, è proprio in quell'ora, da lei considerata persa che, le si è maggiormente aperto e amplificato qualcosa di evolutivo, verso il quale spontaneamente Amanda ha iniziato a dirigersi da diverso tempo, anche se inconsapevolmente. Quando sta per arrivare l'ora della chiusura della biblioteca, Amanda si alza dalla poltrona cercando una soluzione per poter riuscire a convincere il proprietario del luogo, a portare a casa quel prezioso e misterioso libro. Nonostante il suo tentativo, la ragazzina però non riesce ad ottenere nessun permesso dall'anziano proprietario per poterlo fare, se non quello di poter tornare al piano superiore della biblioteca, per salutare il gufo che, in quei giorni le ha fatto compagnia durante quell'incantata lettura su Avalon. Con grande rammarico, Amanda capisce che avrebbe quindi dovuto interrompere la lettura di quel libro così speciale.

"Non so se un giorno mai ti rivedrò signor gufo ma, è stato bello poterti conoscere e passare qualche pomeriggio vicino a te."

Amanda accarezza il volatile che, dopo essersi assaporato un paio di carezze, apre le ali sbattendole per alcuni istanti, facendo staccare e volare via, una delle sue grosse piume marroni. La piuma finisce su uno scaffale non molto distante da Amanda. Il volo di quella piuma è talmente particolare che, la ragazzina lo segue con lo sguardo, notando che la piuma si è fermata in prossimità di un libro più sporgente degli altri. E' nell'andare a prendere la piuma, con l'intenzione di portare a casa almeno un ricordo materiale di quel gufo che, Amanda scorge l'immagine di un altro libro che attira la sua attenzione. La ragazzina lo prende tra le mani, osservando la sua copertina.

"Atlantide: leggenda o dono degli dei?"

Amanda legge ad alta voce il titolo del libro riportato sulla copertina, osservando l'immagine di un luogo di forma circolare a spirale, circondato da uno splendente oceano blu.

"Un'altra leggenda? Prima Avalon con la nebbia e, ora questo strano posto, circondato dal mare."

Amanda quasi si ipnotizza nell'osservare quell'immagine ma, poi sospira amareggiata, consapevole che non avrebbe potuto appagare quella sete di conoscenza verso tutto quello che già avrebbe desiderato leggere, nonostante sia una ragazzina di solo undici anni. Con gesto lento e rassegnato, Amanda ripone a posto anche quel libro, infilando in tasca la piuma del gufo che decide di portare con sé. Quella stessa sera, mentre si ritrova seduta a tavola, per cenare insieme ai suoi genitori, la ragazzina decide di fare un altro tentativo per cercare almeno di scoprire, che tipo di storia avesse potuto riguardare Atlantide, visto che chiedendo di Avalon, non aveva ricevuto chissà quali utili riposte né da parte della madre, né dal padre.

"Che cos'è Atlantide?"

Chiede quindi ai genitori che, ancora una volta si sentono in difficoltà nel rispondere al tipo di domande poste della figlia.

"Amanda, che cos'è questa ossessione per le leggende? Prima Avalon, ora Atlantide."

Le risponde la madre mentre taglia un frutto a metà, per condividerlo con il marito.

"Mi piace leggere. Che cosa c'è di male nel farlo? Mi dici che cos'è Atlantide?"

"Non so risponderti Amanda, mi dispiace. So solo che come Avalon, è un altro mondo immaginario frutto di fantasie, forse ancora più surreale della storia dei cavalieri della tavola Rotonda e della fata Morgana, quindi si tratta di un mondo che non deve essere né creduto come esistente, né ritenuto essere stato reale."

E' la deludente risposta della madre, sotto lo sguardo del marito che, nota soprattutto la delusione della figlia.

"Mi sento stanca. Vado a dormire. Buonanotte."

Stanca e come se quelle parole, l'avessero privata di forze ed entusiasmo, Amanda si alza da tavola con l'intenzione di andare a dormire ma, mentre si sta allontanando dalla sala da pranzo dirigendosi verso il corridoio, improvvisamente dalla televisione, viene trasmesso lo spezzone di una canzone che, Amanda non conosce, ma che fa trasalire soprattutto Sophie. La donna che sta cantando in televisione sotto la suggestiva melodia di note musicali, sta infatti pronunciando alcune parole che richiamano ciò che Amanda ha appena chiesto ai suoi genitori e, con una tale precisione e sincronismo, da far impallidire soprattutto Sophie. Le parole di quella canzone infatti, sembrano quasi essere "magicamente" arrivate per poter dare una vera e propria risposta a quello che la ragazzina ha cercato di sapere dai suoi genitori, ma senza successo.

- Svegliami.

Raccontami di Atlantide.

Ci posso credere, sai? -

Nell'udire tali parole, Sophie e Mitch si scambiano un'occhiata stranita. Amanda invece torna nuovamente verso la sala da pranzo, dopo essere stata pervasa da una serie di brividi lungo tutto il corpo che, le sono arrivati proprio nel sentire quelle precise parole arrivate attraverso la trasmittente televisiva.

"Atlantide è esistita! Ci si può credere! Avete sentito?!"

Esclama quindi entusiasta e speranzosa, come se le fosse arrivato un prezioso segno di conferma su quello a cui lei stava spontaneamente credendo, prima di aver ricevuto le opposte affermazioni da parte della madre.

"Tesoro, era solo una canzone."

E' l'ennesima risposta di Sophie che, riabbassa l'entusiasmo della figlia, zittendo nuovamente le sensazioni delle "verità" interiori di Amanda, anche se questa volta attraverso una modalità un po' più morbida.

"Ma non può essere una coincidenza! Perché le persone si inventano storie o canzoni di posti leggendari, se non sono davvero esistiti?? Esistono! Avalon e Atlantide esistono, ed io un giorno ci andrò o le farò conoscere come realmente esistite!"

Afferma Amanda con determinazione, come se qualcosa dentro di lei l'avesse fatta parlare con una sicurezza talmente grande e anomala, senza nemmeno rendersene conto.

"Ma che sciocchezze! Farai viaggi in terre esistenti se ti piacerà viaggiare ma, non in mondi fantasiosi."

Esclama Sophie che cerca di tenere la figlia, radicata mentalmente a credenze più realistiche possibili.

"Ma io voglio viaggiare per altri mondi!"

Protesta la ragazzina, allarmando nuovamente la madre.

"Oh Santo Cielo, Amanda! Non so che cosa ti stia succedendo nel parlare sempre più spesso di simili fantasie ma, io ho il dovere di avvisarti, per evitarti di restare delusa, quando crescendo, ti accorgerai che simili luoghi non possono essere raggiunti, non solo perché non esistono, ma soprattutto perché, anche se fossero esistiti, ora non esistono più! Ora quindi, non possono più essere raggiungibili. Torna con i piedi per terra, Amanda. La vita è qui, in terra! Svegliati ed esci dal mondo dei sogni immaginari. Sognare o fantasticare su simili mondi, non può portare a nulla di costruttivo per questo mondo."

Le parole di Sophie, arrivano su Amanda come delle dolorose sberle, come se cozzassero con l'esatto opposto delle credenze interiori di Amanda e, come se stessero perfino ostacolando uno degli scopi di missione dell'attuale vita della figlia. Amanda si sente talmente demotivata che, la ragazzina si allontana dalla sala pranzo per raggiungere il letto nella sua cameretta.

"Sei stata troppo dura con lei. Non c'era bisogno di dirle quelle cose e, soprattutto con quella severità. E' una ragazzina, almeno ora dovremmo permetterle di sognare, non credi?"

Cerca di dire Mitch a Sophie, rimproverando la troppo razionale reazione della moglie nei confronti della figlia.

"Nemmeno per idea o, crescerà venendo derisa dal mondo! Non ricordi che già qualcuno l'ha chiama strega per quella sua capacità di vedere alcuni eventi in anticipo? Non possiamo permettere di farla diventare un oggetto di scherno."

Ribatte Sophie che a modo suo, sta semplicemente cercando di proteggere la figlia dalla paura del giudizio esterno, senza rendersi conto che perfino lei come madre, sta temendo di essere giudicata negativamente dagli altri, nell'appoggiare un sistema di credenze non accettato e riconosciuto collettivamente.

"Perché devi vederla per forza come una futura persona da dover schernire e, non come una ragazza da apprezzare, per le sue capacità di viaggiare con..."

Mitch non riesce a terminare la frase perché la moglie lo interrompe con una reazione di opposizione ancora più accentuata.

"Viaggiare come?? Con la mente, Mitch! Con la mente! E questo non è reale!"

I due proseguono a discutere su opinioni e visioni opposte, mentre Amanda si rannicchia nel letto della sua cameretta, stringendo in una manina la piuma del gufo, non immaginando nemmeno lontanamente che, Avalon e Atlantide avrebbero rappresentato qualcosa di importante nella sua vita da adulta, non solo per se stessa ma, perfino per qualcosa che avrebbe interessato e coinvolto il suo mondo reale fisico. 

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